Come sono nati i Computer dei nostri giorni

Come sono nati i Computer dei nostri giorni

I computer (e la tecnologia informatica) sono oggi di uso comune e tutti ne danno per scontata l’esistenza (si veda anche lo sviluppo della tecnologia informatica e l’Evoluzione dei sistemi informatici). Pochi sanno, però, che la nascita dei computer è dovuta, essenzialmente, alla matematica. Il primo computer digitale totalmente elettronico è datato 1939 ed è l’Atanasoff-Berry Computer (ABC). Esso fu progetto essenzialmente per riuscire a risolvere simultaneamente sistemi lineari con molte variabili (l’ABC era in grado di risolvere sistemi con fino a 29 variabili) in modo tale da diminuire il lavoro dell’uomo. I computer erano all’epoca un qualcosa di molto costoso (sia da realizzare che da acquistare) , ma nonostante ciò nel ’58 vi erano già circa 2500 “esemplari” in circolazione.

Agli inizi degli anni ’60 due giovani,  Kenneth Olsen e Harlan Anderson, progettarono un nuovo computer, il PDP-1, che non ebbe un grandissimo successo (solo 49 vennero venduti). Il PDP-1permise però un grande balzo in avanti in questo campo: aveva infatti un tubo catodico integrato, era di dimensioni ridotte e, soprattutto, il suo standard era aperto, ovvero chiunque poteva consultare i dettagli costitutivi per personalizzarlo e, perché no, anche migliorarlo. Tutto ciò al “modico” costo di 120.000 $.

Negli anni ’70 si ha un grande passo in avanti, con lo Xerox Alto (così chiamato perché prodotto nei laboratori Xerox a Palo Alto); lo Xerox Alto fu il primo computer con un display bitmap, connesso ad una stampante laser, collegato alla rete Ethernet in local area network (LAN) e dotato di un linguaggio orientato ad oggetti (Smalltalk). Successivamente fu inventato un altro importante computer: l’Altair 8800, che disponeva di tutta l’unità centrale di elaborazione (CPU) in un solo chip e dal basso dei suoi 439$ aveva un costo decisamente inferiore agli altri.

Ancora una volta, in campo elettronico, un’importante svolta arriva grazie a Steve Jobs, l’ideatore dell’Apple II. Esso era dotato di un microprocessore funzionante ad 1MHz, una RAM di 4KB (espandibile fino a 48-64KB), aveva come memorie di massa un registratore di cassette o uno/due floppy disk ed era interfacciabile con stampanti e modem. L’Apple II aveva un buon design e un costo ridotto (1195$).

Altro grande successo lo ebbe lo Xerox Star, successore dello Xerox Alto, che fu il primo computer dotato di interfaccia grafica a icone e dotato di hard disk di serie. Con esso nasce l’idea del Desktop, su cui l’utente poteva posizionare e modificare i documenti, archiviarli etc.

Ma torniamo indietro di un anno: nel 1981 la IBM mette sul mercato il PC IBM (sviluppato dalla Microsoft), dotato di microprocessore Inter 8088 a 4,7MHz, 16KB di RAM (espandibili a 640KB), privo di disco rigido,  con due drive per floppy disk e con un costo di 3000$. Infine, nel 1984 la Microsoft annuncia l’arrivo di Windows, un’interfaccia grafica applicata al sistema operativo MS-DOS.

Oggi , escludendo i Mac, tutti i computer possiedono come sistema operativo Windows (in tutti i computer è comunque possibile scaricare ed installare altri sistemi operativi, come Linux), hanno dei processori molto più potenti  (si è nell’ordine dei 2GHz, Intel Core, non più Intel Pentium), schede grafiche in grado di rendere al meglio i dettagli più piccoli e con memorie molto più “capienti” (si va dai 2 fino ai 32 GB).

Come sono nati i Computer dei nostri giorni
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Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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