DIT, RDN e DN nei sistemi distribuiti

DIT, RDN e DN nei sistemi distribuiti

Bisogna sottolineare che qualunque sia il tipo di directory che noi adottiamo, sia il modello X.500, sia il modello di TCP/IP, i dati dentro il directory server per i sistemi distribuiti vengono organizzati gerarchicamente, ciò vuol dire che esistono vari nodi, ognuno dei quali corrisponde al cosiddetto distinguished name di tipo relativo. Detto ciò possiamo dunque definire il DIT (Directory Information Tree) come un albero logico per il Directory Information Base DIB. Quest’albero è costruito in base al valore di attributi attributi del tutto liberi organizzazioni basate sul contenuto ricerche anche su valori congiunti degli attributi.

Ad esempio, al primo livello i nodi identificano i paesi, indicati con C (Country), in questo caso Italia; al secondo livello i nodi identificano le organizzazioni: qui sto seguendo la strada che mi porta al Politecnico di Torino; e, al terzo livello si identificano tipicamente le unità organizzative, in questo caso il mio dipartimento di Automatica ed Informatica. Sotto questo livello esistono ancora degli altri nodi che identificano le persone,o gli oggetti, l’entità di rete, tramite il loro nome comune. La strada che viene seguita a partire dalla radice, dalla base del directory, per arrivare all’informazione cercata, quindi la sequenza dei RDN (Relative Distinguished Name) costituisce il cosiddetto DN (Distinguished Name), il nome distinto, unico di quell’oggetto; in questo caso questa è la sequenza che costituisce il mio Distinguished Name.

Per chiarire meglio quanto appena detto, si guardi la figura seguente.

DIT, RDN e DN nei sistemi distribuiti
DIT, RDN e DN nei sistemi distribuiti

Classi e schemi del directory

Per ognuno dei dati che vengono messi in questo albero, detto DIT (Directory Information Tree) vengono definiti degli attributi che sono specificati come una classe, ossia ogni entry nel directory appartiene ad una classe di oggetti per la quale sono stati predefiniti degli attributi, ossia dei dati che lei stessa può avere. Poiché uno stesso directory può contenere oggetti di tantissime classi, ecco che è necessario definire quello che viene indicato con schema, cioè l’insieme di tutti quanti i dati che possono risiedere nel directory; vedete nella slide che ho indicato lo schema come un insieme di tipi, attributi, classi ed altre informazioni genericamente utilizzate dal server per effettuare ricerche o modifiche dei dati memorizzati. Pertanto, all’interno delle reti TCP/IP non si è seguito lo standard X.500 puro, ma si è seguita una strada X.500 modificata, semplificata, per renderla effettivamente applicabile.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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