La diffusione dei dispositivi mobili e la creazione di contenuti digitali

La diffusione dei dispositivi mobili e la creazione di contenuti digitali

Da diversi anni i sistemi informatici sono stati impiegati nell’ambito della cultura e dell’insegnamento permettendo di evidenziarne potenzialità e limiti. I dispositivi mobile con cui oggi siamo tutti abituati a interagire offrono una opportunità notevole per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento nelle scuole e possono essere mezzo fruttuoso per la divulgazione e la promozione culturale.

La diffusione dei dispositivi mobili e la creazione di contenuti digitali

La diffusione dei dispositivi mobili

Negli ultimi dieci anni, l’enorme diffusione e la popolarità dei dispositivi portatili hanno determinato la loro adozione da parte della quasi totalità dei consumatori. Anche le persone che non hanno mai utilizzato un personal computer oggi sfruttano tali dispositivi come strumento per la ricerca e la fruizione di informazioni, la comunicazione, la collaborazione, per lavoro o per l’intrattenimento. L’evoluzione dei dispositivi, in particolar modo smartphone e tablet, ha reso elementare il loro uso, portando a interagire con essi sia bambini in età infantile sia persone anziane, con maggiori difficoltà.

Il derivante interesse economico ha alimentato notevolmente l’innovazione nel campo del software, specialmente nel settore dell’application intelligence. Questo campo di ricerca sviluppa tecniche di machine learning per creare applicazioni che interpretano i dati, elaborano delle previsioni e propongono molteplici soluzioni. Approccio, riassunto dal termine smart, che ha contribuito al successo dei dispositivi portatili insieme alla ricerca di interfacce grafiche sempre più semplici, gradevoli e intuitive.

La crescita dell’uso dei dispositivi mobili non sembra rallentare: le ricerche web generate da smartphone e tablet nel 2013 rappresentavano, secondo comScore, il 25% del totale, il 29% nel 2014 e divenendo, secondo Google, la maggioranza nel 2015.

Tali strumenti sono sempre più impiegati anche in ambito lavorativo dove le politiche di tipo BYOD, Bring Your Own Device, danno lo spunto per soluzioni specifiche come i tablet ibridi: una integrazione fra notebook e tablet, che sono ora uno dei segmenti in maggiore sviluppo dell’industria dei computer.

Il loro impiego per la creazione di contenuti digitali

Prima dell’arrivo dello smartphone i telefoni cellulari, i palmari e i lettori musicali erano utilizzati quasi esclusivamente con lo scopo di leggere dei contenuti: fruire di informazioni ricavate da diverse sorgenti. La loro capacità e praticità nella produzione dei contenuti erano limitate a piccoli documenti testuali e a fotografie di scarsa qualità. La realizzazione dei documenti digitali era riservata all’ambiente desktop, PC fissi o notebook, e a strumenti specifici, per esempio macchine fotografiche, registratori e tavole grafiche.

I dispositivi portatili moderni consentono di essere utilizzati anche per la creazione di contenuti: testi, immagini, registrazioni o dati di diversa tipologia. Il loro equipaggiamento con svariati sensori quali fotocamere, ricevitori GPS, accelerometri, giroscopi, magnetometri e altri li rende sorgenti potenziali di grandi quantità di dati. Risultano quindi strumenti molto versatili, sfruttabili in molteplici situazioni per produrre contenuti spesso più completi di quanto non sia possibile ottenere con un personal computer o dispositivi tradizionali. Grazie a uno smartphone oggi è possibile, ad esempio, documentare un luogo da molteplici punti di vista (fotografie, georeferenze, ecc…) con semplici operazioni eseguibili individualmente.

Queste possibilità hanno contribuito alla crescita del mercato mobile e hanno messo in secondo piano l’ecosistema desktop, che vede lentamente scendere la percentuale dei suoi utilizzatori.

Il ruolo dell’interfaccia utente

Abbiamo già detto come la facilità di utilizzo degli attuali dispositivi mobili sia chiave del loro successo. A sua volta la semplicità di interazione dipende dall’interfaccia utente: livello di astrazione grafico mediante il quale l’utilizzatore inserisce dati e ricava informazioni.

Così come le prime macchine fotografiche e automobili, anche i primi computer erano usabili solo da persone che dedicavano tempo e sforzi allo studio della tecnologia. Con l’evolversi della tecnologia le cose sono cambiate. La scienza interdisciplinare della human-computer interaction prende vita combinando i metodi per reperire informazioni e una base di sperimentazioni psicologiche con l’efficienza e la diffusione dei dispositivi informatici A queste si aggiungono i contribuiti di psicologi dell’educazione e dell’industria, insegnanti e grafici, esperti di ergonomia, antropologi e sociologi.

La tecnologia delle User Interface (UI) è nel mezzo della sua fase evolutiva.Smartphone e tablet che usano Google Android, Apple iOS e Windows Phone offrono tutti approcci differenti.

La differenza delle interfacce è intenzionale: le compagnie vogliono distinguersi dalle altre per identificarsi e conquistare una fetta del mercato. Sebbene questa competitività sia positiva per il miglioramento globale delle UI rappresenta anche una sfida per gli sviluppatori di applicazioni e siti web per questi dispositivi.

Per creare questo tipo di applicazioni occorrono:

  • abilità in diverse tecnologie di sviluppo software;
  • conoscenza di un insieme vasto e in costante cambiamento di dispositivi;
  • conoscenza di diverse convenzioni e standard;
  • sforzi per scrivere il codice in diverse piattaforme (porting);
  • collaudi multidispositivo.

Lo sviluppo web mobile invece rappresenta una soluzione più efficiente nei costi. Esistono infatti strumenti che consentono di perseguire l’idea “write once, run everywhere” e liberano gli sviluppatori dall’obbligo di conoscere approfonditamente le diverse piattaforme e reimplementare il codice per ognuna di queste.

In ogni caso sviluppare UI mobile ha le sue intrinseche implicazioni:

  • fattori di forma ridotti;
  • interazione touch;
  • sensibilità all’orientazione;
  • animazione pervasiva;
  • simulazione del comportamento fisico degli oggetti nell’interfaccia;
  • adattabilità a molteplici dimensioni.

Un aspetto chiave per la realizzazione di interfacce grafiche su dispositivi mobili è il responsive design. Esso consiste nell’insieme di pratiche atte a visualizzare correttamente l’interfaccia utente su dispositivi di diversa dimensione in maniera da ottimizzare le possibilità che tale fattore di forma offre.

L’obiettivo del responsive design è rendere ogni interfaccia come se fosse appositamente realizzata per ogni device e browser in cui viene mostrata. Layout complessi sono indicati per schermi di dimensioni generose mentre diventano inutilizzabili su schermi ridotti. Viceversa layout semplici adatti agli schermi piccoli risultano noiosi da navigare ed esageratamente scarni su quelli grandi. Un approccio possibile e largamente utilizzato è quello di riformattare un layout multicolonna in uno a singola colonna quando la risoluzione del dispositivo è limitata.

Oltre al layout è opportuno rendere responsive anche il contenuto. È utile quindi identificare le informazioni principali e quelle secondarie facendo in modo che le prime appaiano in risalto nel flusso di utilizzo su qualsiasi dispositivo. Alcuni contenuti saranno quindi ridotti, spostati o nascosti a seconda dello spazio disponibile per visualizzarli.

Un importante aspetto è il riutilizzo di design pattern comuni che facilita la fruizione del software. Un design pattern è una soluzione comprovata per uno specifico problema ricorrente. Alcuni di questi sono validati da test di usabilità formali mentre altri vengono mantenuti per effetto di rete. Dato che i pattern sono comuni in diverse applicazioni, essi risultano familiari agli utenti che non hanno bisogno di apprenderne di nuovi.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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