Lo standard EPC (Electronic Product Code) per i tag RFID

Lo standard EPC (Electronic Product Code) per i tag RFID

Con la diffusione sempre più crescente della tecnologia RFID (Radio Frequency IDentification) un numero sempre maggiore di distributori e fornitori decidevano di adottarla. Tutto ciò richiese la creazione e l’accettazione di standard validi per tutti i paesi, oltre che di lettori funzionanti a frequenze compatibili.
L’EPC è una company impegnata nello sviluppo di una rete basata sugli standard, in modo da permettere il supporto della tecnologia RFID a livello globale. Qualora i dati siano sincronizzati adeguatamente ai diversi partner commerciali, è possibile individuare i prodotti e condividere le relative informazioni, compresa la loro posizione. Quindi fornendo un sistema standard per unire le informazioni ai prodotti si permette alle aziende di condividere più efficacemente le informazioni. Tale standard è costituito dal codice EPC (Electronic Product Code).
Lo standard EPC (sia nella versione short a 64 bit sia nella versione standard a 96 bit) permette di identificare univocamente un singolo prodotto (“item”) o contenitore (SKU: Stock Keeping Unit) distinguendolo da qualsiasi altro esemplare presente sul mercato.

Lo standard EPC (Electronic Product Code)
Lo standard EPC (Electronic Product Code)

Si analizzano nel dettaglio le varie sezioni:

  • Header: Descrive la struttura che segue e il tipo di EPC
  • EPC Manager: Codice univoco, e rilasciato da EAN UCC, che descrive l’entità (ovvero l’azienda) responsabile della gestione univoca dei campi seguenti.
  • Object CLass: Codice univoco per un oggetto o la sua unità di vendita, detta anche SKU (Stock Keeping Unit)
  • Serial Number: numero seriale univoco dell’oggetto in questione (tag RFID)
Lo standard EPC (Electronic Product Code) - dettaglio delle sezioni
Lo standard EPC (Electronic Product Code) – dettaglio delle sezioni

Il principale elemento di novità rispetto al sistema UPC dei codici a barre è l’introduzione di un numero seriale in aggiunta al codice del produttore e del prodotto stesso. Questo elemento di novità, introdotto grazie alle maggiori possibilità tecnologiche (rispetto al codice a barre) offerte dalla codifica in chip di memoria, permette di distinguere univocamente ogni singola istanza di prodotto, potendo risalire facilmente a luogo, data e lotto di produzione, locazione attuale, e a molte altre informazioni utili.

Poiché lo standard EPC prevede di identificare univocamente ogni singolo articolo, il che significa l’apposizione di un tag (o etichetta) ad ogni oggetto esistente, è evidente che ciò implica la produzione e l’utilizzo di miliardi di tag. E’ evidente, quindi, l’assoluta importanza di contenere quanto più possibile il costo del tag per facilitare l’adozione su larga scala della tecnologia RFID e di tutti i vantaggi già precedentemente elencati. Per fare ciò, essendo il costo del tag direttamente proporzionale alla quantità di memoria del tag stesso, è importante avere una memoria che consenta di memorizzare nel chip solo l’informazione strettamente necessaria a identificare univocamente l’oggetto. Proprio per questo si è arrivati ad un EPC in versione “short” a 64 bit, in quanto si è pensato di memorizzare qualsiasi ulteriore informazione associata all’oggetto in un apposito database.

Classificazione per classi EPC Global

In relazione alle caratteristiche fin qui elencate, i tag sono stati suddivisi in diverse classi dall’Auto-ID Center. Ogni classe ha determinate e distinte proprietà:

CLASSE CARATTERISTICHE
Classe 0 Tag passivi con memoria Read-only.
Classe I Tag passivi con memoria Write-once.
Classe II Tag passivi con funzionalità aggiuntive (memoria Read-Write, crittografia dei dati, ecc).
Classe III Tag semi-passivi
Classe IV Tag attivi che comunicano con i lettori e altri tag nella stessa banda di frequenze
Classe V Più che tag dei veri e propri lettori capaci di alimentare i tag di classe 0, I, II, III e di comunicare con essi e con altri lettori.

L’Auto-ID Center ha già sviluppato protocolli per i tag di Classe 0 e Classe I, distribuendo gli appositi standard. Queste due classi di tag d’altronde sono ormai da molto tempo sul mercato e sono state ampiamente utilizzate per la fase di test dei gruppi di lavoro dell’Auto-ID Center, e per le prime applicazioni e per i progetti pilota da parte di numerose industrie sponsor del progetto EPC. I tag di classe V sono i tag più avanzati e rivoluzionari, i tag che potrebbero permettere l’avvento dell’Internet of things (IoT); l’unica limitazione è il costo eccessivo, che ritarda ancora lo sviluppo di questi tipi di tag estremamente innovativi.

 

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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