Pirateria software: la duplicazione dei programmi

Pirateria software: la duplicazione dei programmi

Pirateria software - la duplicazione dei programmi

La duplicazione dei programmi (sofwtare informatico) per elaboratore costituisce uno dei maggiori comparti di violazione del diritto d’autore nel mondo. I pirati del software possono essere classificati in base alle dimensioni delle loro azioni criminali:

  • Dimensione organizzativa: riguarda gruppi organizzati che duplicano e distribuiscono illegalmente programmi per fini di lucro;
  • Dimensione aziendale: riguarda imprenditori che utilizzano deliberatamente software illegali per ridurre i costi di gestione dell’azienda e ottenere così più alti profitti;
  • Dimensione politica: riguarda gruppi di opinione che ritengono che il software non possa essere sottoposto a vincoli commerciali e debba poter circolare liberamente tra gli utenti;
  • Dimensione individuale: riguardano le varie componenti psicologiche che implicano la duplicazione e l’acquisizione illegale di programmi da parte del singolo utente del pc.

L’utente che usufruisce dei programmi crackati (duplicazione dei programmi) diventa a sua volta un pirata. Egli, però, che non si considera ladro e crede di non far del male a nessuno, spesso lo fa per coltivare una propria passione che potrebbe portare a comprare il prodotto per esigenze lavorative. Probabilmente oggi esisterebbero meno della metà dei videomakers che ci sono in circolazione se non si potesse accedere ai programmi  contraffatti. Cambiare  la  licenza è facile come guardare un video su YouTube.

Molto spesso nei video di youtube ci viene mostrato step by step tutto ciò che bisogna fare per crackare i programmi che ci servono. Attraverso altri software è possibile scaricare persino lo stesso video di YouTube.

Tutto ciò, come abbiamo visto, non riguarda solo l’ambito ristretto dell’informatica ma è in linea con quella che è l’ottica dell’artista post-moderno. Che si occupi di cinema o di altre forme d’arte  l’artista dell’era digitale può accedere a una quantità di  informazione impensabili appena venti anni fa. Attraverso la rielaborazione del “già dato” crea qualcosa di nuovo e di proprio.

Il post-moderno è l’estremizzazione dell’idea Duchampiana di arte. Il ready-made è il materiale attraverso cui l’artista oggi lavora. Il materiale manipolato, infatti, non è più primario: non si tratta più  di elaborare una forma sul base di materiale grezzo, ma di lavorare  con oggetti che sono già in circolazione sul mercato culturale,  oggetti già informati da altri oggetti. I concetti d’originalità (creare qualcosa di nulla) svaniscono lentamente nel nuovo panorama culturale segnato dalle figure di deejay, VJ, e del programmatore di computer, con il compito di selezionare oggetti culturali e includerli in nuovi contesti. Piuttosto si tratta delle forme di conoscenza generate dall’apparizione della rete: in breve, come orientarsi nel caos culturale e come dedurne i nuovi modi di produzione.

Uomo, utente e pirata informatico

Si può pertanto dire che la pirateria ha aperto  l’uomo-utente all’arte? L’uomo-utente-pirata diventa artista se mette insieme dei video?

Se tutti possono potenzialmente diventare artisti, ciò non sarà più così quando si arriverà alla rimessa in discussione dell’arte stessa.

Sono domande a cui è difficile dare una risposta, in quanto viene  messo in discussione il concetto stesso di arte ed è proprio quando questo viene messo in discussione che viene fuori l’artista. L’arte è tale proprio perché si mette in discussione.

Tornando alla pirateria possiamo affermare, in ultima analisi, che probabilmente già oggi tutto quello che si considera illegale è scaricabile ed è probabilmente proprio questo osteggiare la pirateria che le permette di andare avanti. Se non fosse controllata, la pirateria non esisterebbe.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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