Cosa sono e a cosa servono i Sistemi EDP (Electronic Data Processing)

Cosa sono e a cosa servono i Sistemi EDP (Electronic Data Processing)

I sistemi EDP (Electronic Data Processing) sono necessari per l’automazione dei processi in ottica operativa. In questo tipo di sistemi, tramite l’uso di procedure standard, l’enfasi era posta sulla validità, la precisione e l’accuratezza dei risultati di attività di routine, con specifico orientamento all’efficienza operativa. Si cerca, in questo modo, di alleggerire il carico di lavoro per i livelli aziendali esecutivi; le prime applicazioni riguardano in particolare l’elaborazione di paghe e stipendi e l’emissione delle fatture. Successivamente vengono aggiunte altre applicazioni, più complesse, come la gestione della produzione e dei relativi magazzini e la contabilità clienti. Occorre considerare che il governo dell’impresa, in quel periodo era basato su uno  schema organizzativo di tipo gerarchico, organizzato su settori tra loro indipendenti e focalizzati sul raggiungimento di obiettivi individuali. Ogni  settore e funzione dell’azienda aveva quindi proprie regole di funzionamento e di comportamento ed era autosufficiente in termini di risorse e soprattutto di informazioni.

Cosa sono e a cosa servono i Sistemi EDP (Electronic Data Processing)

Il sistema informativo aziendale era, di conseguenza, costituito da una serie di pacchetti specifici (acquistati sul  mercato  o  sviluppati  internamente dal settore EDP dell’azienda) definiti congiuntamente dai responsabili dei diversi settori aziendali e dai responsabili EDP. In questo periodo, questi pacchetti specifici erano basati su un solo e  relativamente semplice riferimento: il mainframe. Il mainframe (detto anche host “colui che ospita”) “ospitava” i programmi dei diversi settori e li elaborava in momenti stabiliti, mettendo a loro disposizione una quota della sua memoria secondo il concetto di “partizione”. La memoria del mainframe era suddivisa tra i diversi utenti aziendali e veniva utilizzata da figure professionali (analisti e programmatori) specializzati sulle singole necessità. Il modello di elaborazione  in ambiente  host poneva, in una fase successiva, il grande elaboratore al centro  di un sistema che collegava a questo tutti i terminali e le altre apparecchiature in una posizione slaves (in italiano traducibile letteralmente come “schiavi”).

Molti di questi terminali, infatti, erano limitatamente “intelligenti” o non lo erano affatto, e perciò totalmente dipendenti dalla disponibilità dell’elaboratore host di sviluppare e fornire le funzionalità richieste. Se la capacità di memoria dell’elaboratore, in un determinato momento, si rivelava insufficiente a gestire tutti i processi in coda, si provvedeva ad aumentarla ampliandola (non senza costi), in modo da poter soddisfare le necessità aggiuntive. In questa prima fase siamo in presenza di sistemi informativi “separati”, aventi sostanzialmente l’obiettivo di agevolare l’azienda nel contenimento dei costi di gestione  operativa.

 

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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