Dall’antitaccheggio all’anticontraffazione attraverso la tecnologia RFID

Dall’antitaccheggio all’anticontraffazione attraverso la tecnologia RFID

Dall'antitaccheggio all'anticontraffazione attraverso la tecnologia RFID

Walmart lo ha fatto. Anche Tesco. Ma la Gdo italiana è pronta a entrare nella IoT (Internet of things)? Rfid Italia lo ha chiesto a Marco Guadagnini, Business Development Manager Retail di Adt Fire & Security Italia, specialista internazionale nella fornitura di soluzioni globali di sicurezza e punto di riferimento nel settore dell’antitaccheggio (Eas): “Il retail (vendita al dettaglio) vuole esattamente quello che vogliono tutte le aziende: rendere sicuro il loro business. Ma sviluppare il business in modo sicuro significa essere informati su tutte quelle che sono le nuove tecnologie di supporto. L’Rfid fino a qualche tempo fa è sempre stato considerato come una chimera, ma oggi le cose sono cambiate. Rispetto al passato, ad esempio, con la liberalizzazione delle frequenze anche in Italia le distanze di lettura sono così diversificate e funzionali che possono realmente coprire tutte le esigenze del retail sia a livello indoor che outdoor”.

Nel mondo si moltiplicano i casi di successo in cui l’Rfid è utilizzato non soltanto per rendere più efficienti le operation, ma anche per favorire la shopping experience (antitaccheggio e anticontraffazione), spesso in un discorso di convergenza con tutte le varianti tecnologiche legate agli smartphone. E in Italia?

“L’affidabilità della radiofrequenza ha portato a un’esplosione di applicazioni, ma nel nostro Paese non ha portato a una massiccia adozione. Pur essendo molto simbiotica con le scelte dei mercati americani nel caso dell’Rfid il trend italiano è stato diverso. L’Rfid, infatti, implica un riassetto delle Sla. Non è una scelta tecnologica: è una scelta di vita. Tag e lettori cambiano in modo sostanziale il modo di gestire le informazioni, portando modifiche sostanziali nel modo di effettuare gli approvvigionamenti e via dicendo. Si tratta di ripensare in toto l’infrastruttura aziendale anche dal punto di vista strategico. Nel caso dell’Rfid, infatti, la strategia non è tecnologica ma prima di tutto informatica. L’Rfid impone di abbandonare qualsiasi logica stand alone per sposare una visione più globale”.

Nel retail non si parla ancora di IoT ma chi porta l’Rfid in azienda a tutti gli effetti è nella IoT. Quali sono le motivazioni di business che spingono i brand della distribuzione a scegliere le etichette intelligenti?

“L’Rfid aiuta a vedere meglio l’azienda e tutti i suoi processi a monte della produzione e a valle. Ad esempio, attraverso la tracciabilità delle vendite e quindi il monitoraggio delle movimentazioni in negozio i retailer possono analizzare meglio le scontistiche e definire politiche di promozione più mirate ed efficaci. L’Rfid è un processo di automazione ad hoc che va ad arricchire i database aziendali con informazioni preziose per il business, ma solo se gestite da software specifici. Adt, ad esempio, ha creato una soluzione di enterprise software management che armonizza i database della distribuzione, aiutando la direzione a gestire tutta la supply chain collegata all’Rfid, dal battesimo dell’etichetta col tag ai pagamenti”.

L’Rfid è una soluzione che al momento sta dimostrando solo vantaggi e non solo in termini logistici. Il mondo della distribuzione sta cambiando, attori internazionali stanno aprendo sempre nuovi punti vendita anche sul nostro territorio, portando nuovi modelli e nuove vision. Quando Gerry Weber, Messcalino o American Apparel apriranno i loro punti vendita anche in Italia, entrare nella Iot sarà solo una questione di business.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

2 Risposte a “Dall’antitaccheggio all’anticontraffazione attraverso la tecnologia RFID”

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