Come cambia il modo di diffondere la musica digitale

Come cambia il modo di diffondere la musica digitale

Come cambia il modo di diffondere la musica digitale

24 settembre 2001: Napster chiude. Milioni di utenti si ritrovano impossibilitati a scaricare musica gratuitamente come avevano fatto per quasi due anni.
Un articolo della Repubblica datato 27 luglio 2000 analizza i rumors che riguardavano il famigerato programma e prevede parzialmente ciò che sarebbe successo. Con Napster si era generata una nuova e sorprendente idea che, come aveva predetto il presidente della Intel Andy Grove, era destinata a rivoluzionare l’architettura della rete; infatti la tecnologia P2P da lì a poco trasformò la rete rendendola più veloce. Tra i primi ad approfittare della caduta di Napster troviamo Gnutella, che a differenza del suo predecessore, abolisce la directory centrale lasciando che i vari Pc si colleghino tra loro senza bisogno di un server.

“Napster ha creato un sistema per violare il copyright e come tale andava fermato”, ha affermato Enzo Mazza, direttore generale della Federazione industria musicale italiana e presidente della federazione contro la pirateria musicale, ma forse non aveva considerato che fermare un programma non vuol dire fermare una moda; infatti la moda di scaricare musica era (ed è) ancora lontana dallo spegnersi. In un articolo di Panorama del 26 ottobre 2001, Carla de Girolamo presenta il programma che dovrebbe prendere il posto di Napster: Freenet. Software sviluppato da Ian Clarke, ventiquattrenne irlandese, che permetteva la condivisione di file tra utenti senza l’utilizzo di un server centrale in modo da evitare qualsiasi tipo di controllo; inizialmente il programma era stato sviluppato per permettere alle persone che vivono in paesi in cui Internet non è libero, di scambiarsi idee e programmi fuori da ogni censura. Il problema dei programmi come Freenet e Gnutella è l’impossibilità di individuare la provenienza dei file, quindi è facile condividere materiale illegale o virus informatici.

Per far fronte alle continue violazioni di copyright, una ditta italiana propone Vitaminic che permetteva con un abbonamento annuo di scaricare musica (esattamente come l’attuale Napster 2.0) in modo totalmente legale. Mentre col passare degli anni Vitaminic e altri programmi simili falliscono Itunes (software della Apple) nasce e si ingigantisce lasciando indietro la concorrenza; l’idea di Itunes è quella di permettere all’utente di cercare la singola canzone di cui è interessato e pagare per essa, in modo tale da non dover spendere per l’intero album oppure per un abbonamento.

Forse tra qualche anno smetteremo di scaricare musica illegalmente e forse verrà sviluppato un nuovo metodo per collegare utente e artista in modo diretto così da abbassare i costi. Voi cosa vi aspettate?

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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