Che cos’è l’Internet of Things (IoT)?

Che cos’è l’Internet of Things (IoT)?

L’internet of things (IoT) o in italiano Internet delle cose è un argomento di discussione sempre più in voga negli ultimi anni, e anche in rapida evoluzione ed espansione. Nuovi standard e tecnologie appaiono quotidianamente e non ci sono ancora segni tangibili di un unico protocollo che permetta la comunicazione fra dispositivi, servizi e applicazioni, senza compromessi. Gli standard del web e gli strumenti già esistenti forniscono il substrato ideale per lo scambio di dati fra dispositivi perennemente connessi.

Internet è un chiaro esempio di un network globale scalabile, di computer che interoperano attraverso piattaforme hardware e software eterogenee.
Il web in cima a internet illustra bene come un insieme di standard aperti e relativamente semplici possano essere usati per costruire sistemi flessibili preservando efficenza e scalabilità.

Che cos'è l'Internet of Things (IoT)
Che cos’è l’Internet of Things (IoT)?

Lo sviluppo di applicazioni composite sul Web, assieme alla loro disponibilità su una vasta gamma di dispositivi, desktop, laptop, tablet, smartphone, console etc. rendono il web un miscuglio di risorse e interfacce utili alla creazione di nuove soluzioni distribuite cloud-based.
Secondo un’analisi statistica del 2016 oggi si hanno più di 7 miliardi di dispositivi connessi alla rete. Il 35% in più rispetto al 2015, con 5.5 milioni di nuovi dispositivi aggiunti ogni giorno e una previsione di 20.8 miliardi per il 2020, quasi 3 volte l’intera popolazione mondiale. Questo comporta la generazione di un’enorme mole di dati, il dato diverrà il vero nuovo prodotto e sempre più le aziende dovranno focalizzarsi sulla progettazione dell’esperienza utente in un mercato che vale 235 miliardi di dollari, con un incremento del 22% rispetto al 2015.
La diffusione di dispositivi sempre più piccoli, assieme alla crescente miniaturizzazione dei componenti e alla diffusione di dispositivi di controllo perennemente connessi hanno dato il via alle nuove tecnologie immersive su scala globale. Questo è l’internet of things – un network globale di dispositivi, oggetti e persone, connesse.

Di fatto, l’Internet of Things (IoT) ha permesso a internet di espandersi all’infuori del browser. Queste “things” di cui si parla sono dispositivi elettronici capaci di interagire con il mondo fisico attraverso sensori che raccolgono e inviano dati. Attualmente questi dispositivi sono prodotti, progettati con uno scopo preciso in mente, un esempio tipico può essere un semplice bracciale che traccia l’attività fisica. Esso monitora e invia le informazioni grezze ad un’app che è in grado poi di elaborarle e analizzarle per fornire suggerimenti, stampare grafici e invogliare l’utente a proseguire nelle sue attività fisiche.
Quando si costruiscono dispositivi IoT, il processo è tipicamente suddiviso in due ruoli: un ingegnere progetta e crea il dispositivo fisico e uno sviluppatore l’ecosistema. Tuttavia, questo non è sempre vero. Nel caso di Javascript, la sua natura isomorfa permette ad un unico linguaggio di essere usato su più piattaforme differenti – incluso hardware.

Realizzare prototipi hardware e dispositivi connessi a internet è sempre stato qualcosa di complesso che solamente qualche ingegnere elettrico avrebbe mai potuto realizzare. Questa visione è cambiata completamente con l’introduzione di nuove board di sviluppo come Arduino, Particle, Raspberry Pi, Onion, Chip, Mote e molte altre.
Queste board di sviluppo mimano la scheda madre di un computer. Hanno canali di input e output, USB e alimentazione integrata, pin e altre estensioni che permettono l’aggiunta di componenti esterni. Il chip microcontrollore agisce come un processore, eseguendo il codice dell’applicazione e comunicando con input e output. Il microcontrollore è relativamente lento, specificatamente pensato per eseguire semplici task come la lettura di dati dai sensori.
Questo nuovo mercato ha aperto le porte ai molti appassionati di fai da te, elettronica e innovazione. Nasce proprio in questi anni il movimento dei “Maker”, una parola abbastanza recente. Nel passato, chiunque facesse innovazione nella propria cantina veniva chiamato “bricoleur” o semplicemente inventore. Il movimento dei maker riguarda principalmente l’idea di poter pensare, progettare e realizzare qualcosa, rompendo le barriere dei costi, degli strumenti o della necessità di grosse catene di produzione. Stampanti 3D, computer in miniatura e altri strumenti hi-tech a buon mercato hanno reso questo mondo accessibile a chiunque.

Lo stesso movimento che ha guadagnato molta popolarità negli ultimi anni ha allargato il mercato delle board di sviluppo, e adesso c’è un’ampia offerta, ognuna con le proprie caratteristiche. La comptezione ha fatto si che ci si concentrasse su alcune feature punti di forza della board, come il reparto comunicazione: wifi e bluetooth, la dimensione, la capienza della batteria o ancora, il linguaggio di programmazione che è possibile eseguire sulla board stessa. Tutte caratteristiche importanti da tenere in considerazione quando si intraprende un nuovo progetto di sviluppo.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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