Che cos’è, a cosa serve e come funziona la CDN (Content Delivery Network)

Che cos’è, a cosa serve e come funziona la CDN (Content Delivery Network)

Content Delivery Network

Con il termine Content Distribution Network (CDN) viene definita un’architettura di elementi di rete “web-based” ottimizzati per avere un efficiente delivery di contenuti web, mentre il termine Content Delivery Network descrive un’azione leggermente più ampia, poiché indica la distribuzione di un contenuto per iniziativa del service provider (indipendentemente dal trasporto utilizzato). Comunque, entrambi i termini sono generalmente usati con riferimento allo stesso servizio: la distribuzione di contenuti.

Un content provider (fornitore di contenuti) con sorgenti di dati molto popolari, cioè con un elevato numero di accessi, presenta forti rischi di congestionamento locale, perché una grande mole di richieste si concentra verso un’area circoscritta. Per limitare questi rischi, spesso il provider investe in un ampio insieme di server che implementano politiche di load balancing e potenzia le linee di comunicazione con connessioni ad alta velocità, in modo da poter soddisfare le crescenti richieste. Nonostante questi investimenti, l’utente finale può, comunque, percepire una visualizzazione del contenuto non soddisfacente, dovuta alla congestione della rete. Infatti, se l’insieme dei server rimane localizzato, anche se i client accedono a server diversi contemporaneamente, le comunicazioni si concentrano in un’area locale e il collegamento rischia di divenire il collo di bottiglia.

Che cos'è, a cosa serve e come funziona la CDN

Una CDN abilita un service provider ad agire per conto del content provider, per trasmettere copie del contenuto di un origin server da più locazioni. L’aumento del numero e della diversità delle locazioni è progettato in modo da diminuire i tempi di attesa degli utenti.
Una CDN è composta di tre infrastrutture, per la redirezione, la consegna dei contenuti (content-delivery) e la distribuzione. La prima infrastruttura consiste di meccanismi che indirizzano il client verso uno specifico server; l’infrastruttura di content-delivery consiste di un insieme di server, solitamente HTTPd accellerator (detti surrogate server), che trasmettono copie del contenuto ad un insieme di client; l’ultima infrastruttura consiste di meccanismi che spostano il contenuto dall’origin server verso i surrogate. Una CDN serve le richieste di un client prendendo il contenuto da un server (solitamente un HTTPd accellerator o reverse proxy) “ben posizionato” nei confronti del client. Permettendo a diversi surrogati di agire al posto di un origin server, quindi, la CDN sposta il delivery del contenuto da un sito centralizzato a siti multipli (usualmente) molto distribuiti. Inoltre, la CDN può essere costruita con copie del contenuto poste vicine all’utente finale risolvendo alla radice il problema della dimensione, congestione o dei fallimenti della rete.

Per la distribuzione dei contenuti possono essere utilizzate tecniche differenti. Di solito le copie dei contenuti sono distribuite in accelerator-mode, e la redirezione delle richieste avviene via DNS. Pur riconoscendo la validità del servizio di distribuzione dei contenuti, confrontano le prestazioni di due CDN commerciali (offerte dai Content Provider Akamai e Digital Island), mostrando come nessuna delle due riesca a scegliere in modo consistente il miglior server tra quelli disponibili (in termini di latenza dell’oggetto recuperato). È, comunque, chiaro che nella filosofia del Content Provider non è necessario scegliere la “migliore” replica, ma una “accettabile”, con tempi di risposta brevi.

Una altra strategia consiste nel separare le pagine HTML di base dai riferimenti ipertestuali e dagli embedded item (che di solito risiedono sullo stesso server), memorizzandoli su server diversi e inserendo nel codice HTML della pagina di base le URI assolute del link e degli embedded item. Il content provider che ha deciso di utilizzare questo servizio identifica gli item del sito web che vorrebbe duplicare sulla rete associata (la CDN) per avere un più veloce accesso ai dati. Quindi, sceglie gli item con il costo maggiore (in termini di numero di richieste e/o in termini di dimensioni) e rimpiazza ogni riferimento a quegli item con un nuovo riferimento, che punta alla rete del servizio di content distribution. Quando un client, generalmente un browser, si connetterà a quel sito, la pagina HTML richiesta sarà composta sia da item ospitati sullo stesso server che dagli item ospitati dalla CDN, tutto ciò in modo completamente trasparente all’utente. La CDN provvederà a creare e distribuire il più possibile le repliche dei contenuti.

Che cos'è, a cosa serve e come funziona la CDN (Content Delivery Network)

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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