Che cos’è, cosa significa e tipologie dell’Obsolescenza Programmata

Che cos’è, cosa significa e tipologie dell’Obsolescenza Programmata

L’Obsolescenza Programmata

Con il termine “Obsolescenza” si intende: “Svalutazione economica di un bene o di uno strumento di produzione derivante dal progresso scientifico e tecnologico che ne fa immettere continuamente sul mercato di nuovi e più sofisticati”.

Questo concetto non va confuso con l’obsolescenza percepita, in quanto per questa pratica si intende che la convinzione del consumatore in merito al suo oggetto, pur ancora funzionante, è in realtà già obsoleto o non più di moda, e dunque da buttare e sostituire con uno nuovo, che viene acquistato con il denaro proveniente dal lavoro del consumatore.

La pratica dell'”Obsolescenza Programmata”, si può fare risalire ad una pratica di Design (inteso come progettazione di prodotto), creata nell’esplosione economica data agli anni 20 del diciannovesimo secolo.

Che cos'è, cosa significa e tipologie dell'Obsolescenza Programmata

Obsolescenza pianificata e percepita

Esistono due tipologie di obsolescenza: quella pianificata e quella percepita. Nell’obsolescenza pianificata tutto nasce dalla progettazione dell’oggetto, momento in cui i costruttori definiscono il tempo massimo di vita dell’oggetto stesso. Spesso non vengono previsti i pezzi di ricambio o si rende particolarmente difficoltosa e costosa (quindi antieconomica) la riparazione. Basta guardare al recente passato per trovare oggetti che sono stati progettati secondo la logica dell’obsolescenza programmata: stampanti che si bloccano all’improvviso dopo aver raggiunto un certo numero di stampe, forni a microonde che si rompono subito dopo lo scadere della garanzia, il lettore mp3 di una nota azienda americana (Apple) che nelle prime versioni non prevedeva la sostituzione della batteria benché inutilizzabile dopo solo pochi mesi di vita. Questi sono solo alcuni esempi di obsolescenza pianificata, a cui va aggiunta la voluta miniaturizzazione degli oggetti (auspicata anche dai fautori del così detto “Sviluppo Sostenibile”), resi sempre più complessi e costruiti con materiali più scadenti. Costruire prodotti programmati per rompersi è un crimine contro i consumatori e contro l’ambiente.

L’obsolescenza percepita è ancor più subdola rispetto alla pianificata, in quanto agisce in modo diretto sullo stato d’animo del consumatore, con l’obiettivo di rendere trascurabile il costo sostenuto per comperare un bene e soprattutto, per ciò che si sta per acquistare. La moda ne è l’emblema più lampante. Nuove collezioni, cambio di colore, un tacco più o meno alto, rendono rapidamente obsoleti gli armadi di molti cittadini. Altri casi spesso citati sono l’informatica e la telefonia mobile. Nuovi prodotti, con nuove funzioni (che quasi mai note o utilizzate), lievi modifiche di design, invadono il mercato con pubblicità ingannevoli. Anche il mondo dei ricambi industriali non può sottrarsi a tutto questo, grazie ad alcune strategie del cosiddetto “Codice a Disegno”. Software sempre più complicato che richiede computer sempre più potenti, rendendo inutilizzabile quelli già esistenti più datati.

Soluzioni all’obsolescenza programmata

Alcuni casi di contrasto a tale fenomeno:

  1. Open Source: se dietro l’obsolescenza programmata si nascondono motivazioni prettamente economiche, una possibile arma di difesa è quello di utilizzare prodotti open-source. Tanto in campo software, quanto in campo hardware. In quanto questi prodotti sono progettati solitamente da utenti/aziende terze a cui non interessa il modello su cui il loro prodotto funzioni, ma che il loro prodotto funzioni
  2. GNU\Linux: i sistemi operativi con codice sorgente libero, infatti, hanno la pregevole caratteristica di adattarsi a componenti hardware anche datate. In questo modo, anche se un computer dovesse essere un scarno di prestazioni, si può rigenerarlo, installando una delle tante distribuzioni Linux rese disponibili sul web
  3. Smartphone componibile: anche un colosso come Google lavorava e continua a farlo anche in altri ambiti ad una sua soluzione per ridurre l’impatto dell’obsolescenza. L’ esempio è il “Progetto Ara”, nato dall’idea del designer olandese “Dave Hakkens”. Ara non è altro che uno smartphone componibile, che l’utente può costruire pezzetto per pezzetto come fosse una piattaforma Lego, rendendo il progetto Ara uno smartphone componibile.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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