Definizione di linguaggio di programmazione
Un programma viene creato assumendo la forma di una successione di istruzioni, di comandi, con riferimento alle azioni che l’elaboratore dovrà svolgere per lo svolgimento dell’attività. Questi comandi sono strutturati utilizzando vere e proprie sintassi, utilizzando quindi linguaggi con proprie sintassi, regole diverse. Queste regole diverse sono i LINGUAGGI DI PROGRAMMAZIONE, che si possono classificare.
Prima il criterio di classificazione era cronologico – temporale, quindi i linguaggi si definivano di 1°, 2°, 3° e 4° generazione.
Passando da una generazione all’altra questi linguaggi si avvicinavano sempre di più al linguaggio umano, allontanandosi dal linguaggio macchina.
Oggi i linguaggi si distinguono sulla base della caratteristica della loro sintassi e semantica (caratteristiche strutturali):
- LINGUAGGI IMPERATIVI (O PRESCRITTIVI)
- LINGUAGGI DICHIARATIVI
- LINGUAGGI ORIENTATI ALLE CONOSCENZE
- LINGUAGGI A OGGETTI
Nelle figure seguenti è possibile vedere la timeline dell’evoluzione dei linguaggi di programmazione e le tre categorie di classificazione cpiù comuni per i linguaggi di programmazione.