Differenza tra l’approccio Top-down e Bottom-up nei sistemi informativi

Differenza tra l’approccio Top-down e Bottom-up nei sistemi informativi

La pianificazione dei sistemi informativi, o, più in generale, l’adozione di un ciclo di pianificazione e controllo, è finalizzata a massimizzare il ritorno degli investimenti in tecnologie dell’informazione e della comunicazione, minimizzando i costi ed i rischi connessi alla loro acquisizione e utilizzo.
Massimizzare il ritorno degli investimenti significa che l’impegno per lo sviluppo e l’utilizzo dei sistemi informativi deve produrre risultati in termini di miglioramento dell’operatività complessiva dell’organizzazione. Minimizzare costi e rischi significa che tale impegno deve essere guidato da criteri di efficienza ed economicità e gestito in modo tale da assicurare il successo delle iniziative intraprese.
In sostanza la pianificazione mira a porre le premesse per la gestione ottimale di una delle principali risorse di una organizzazione, la risorsa informazione.

L’opportunità di adottare una metodologia per la pianificazione deriva da alcune esigenze che si sono imposte negli anni in tutte le organizzazioni complesse. Tra queste la citata esigenza di correlazione tra obiettivi dell’azienda e interventi informatici, la necessità di superare lo sviluppo “spontaneo”, l’importanza di rispondere a tutte le esigenze aziendali (ad esempio direzionali) e non solo a quelle operative, l’opportunità di cogliere i vantaggi competitivi derivanti dalle tecnologie.

Tutte le metodologie condividono una struttura base dell’oggetto principale prodotto. Il piano infatti, qualunque metodologia si adotti, presenta certamente:

  • una sezione di rappresentazione, analisi e valutazione del sistema informativo corrente;
  • una sezione dedicata alla individuazione e fissazione degli obiettivi e delle priorità;
  • una sezione che descrive, a livello architetturale, la situazione obiettivo del sistema;
  • una sezione in cui si definiscono le iniziative (ovvero i progetti) finalizzati al raggiungimento degli obiettivi e le necessità per la gestione corrente dei sistemi.

Top-down e Bottom-up

Nella pianificazione dei sistemi informativi si confrontano spesso l’approccio top-down e l’approccio bottom-up. Secondo il primo approccio si parte dagli obiettivi strategici dell’organizzazione per definire poi le caratteristiche generali del sistema informativo, le aree di intervento e gli specifici progetti per realizzarlo, verificandone la coerenza con le esigenze espresse dagli uffici.
Con l’approccio bottom-up vengono invece raccolte prioritariamente le indicazioni delle diverse unità organizzative, che successivamente vengono integrate e razionalizzate, definendo contemporaneamente le priorità all’interno del budget complessivo.

Differenza tra l'approccio Top-down e Bottom-up nei sistemi informativi

L’approccio bottom-up è più conservativo e difficilmente riesce a produrre ipotesi di innovazione radicale, mirando sostanzialmente al miglioramento dell’esistente. Nello stesso tempo presenta scarsi rischi realizzativi. L’approccio top down è più innovativo e discontinuo, consentendo di individuare e pianificare anche soluzioni che rispondono a necessità di mutamenti radicali. Naturalmente questo approccio causa in misura molto maggiore tensioni e rischi organizzativi.

Spesso si hanno quindi soluzioni che integrano i due approcci, con caratteristiche miste. Uno schema molto diffuso è rappresentato da una modalità operativa basata su tre passaggi:

  • individuazione e diffusione delle strategie generali di evoluzione;
  • richiesta alle diverse unità della organizzazione di elaborare una loro proposta specifica, coerente con le linee generali;
  • integrazione delle varie proposte con verifica della coerenza globale rispetto agli obiettivi;
  • definizione degli interventi infrastrutturali e definizione del piano finale.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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