Fasi del processo e ciclo di vita di una startup

Fasi del processo e ciclo di vita di una startup

Il processo di una startup che dà avvio a creazione e sviluppo comincia con la consapevolezza dell’individuo di possedere un’idea innovativa. Per semplicità facciamo riferimento all’individuo o imprenditore come unico responsabile, ma potrebbero essere invece un gruppo di individui e quindi un team. In un primo periodo (“Pre-Seed”) l’idea iniziale viene testata, studiandone la fattibilità. L’imprenditore, prima d’intraprendere un percorso che potrebbe risultare avventato, dovrà valutare attentamente la realizzabilità, la coerenza e complementarietà degli elementi che fondano l’idea iniziale come espressione di una superiorità in qualcosa (competenze, conoscenze, persone ecc.) che genera per la startup un vantaggio competitivo sul mercato. Gli elementi da valutare durante l’analisi di una business idea sono: il sistema di prodotto, il sistema di mercato ed il sistema organizzativo. Per assicurare l’efficacia ed efficienza della business idea questi elementi devono essere perfettamente allineati in termini di coerenza e orientamento all’obiettivo.

Fasi del processo e ciclo di vita di una startup

Per questo l’imprenditore dovrà valutare la realizzabilità tecnica ed il grado d’innovazione. Con sistema di mercato si fa riferimento a tutti gli elementi macroeconomici e microeconomici che possono influire sulla nuova azienda. Si parla quindi di fattori demografici, politici, economici, informazioni di settore, sulla domanda e la sua evoluzione ecc. L’imprenditore dovrebbe avere ben a mente il proprio mercato di riferimento sia dal punto di vista del cliente, sia della concorrenza, nonché degli altri stakeholders. Le analisi effettuate dovrebbero poter valutare in maniera ben approfondita i rischi possibili e probabili.

Il sistema organizzativo, infine, fa riferimento alla struttura aziendale in termini di scelte che riguardano localizzazione, strutture di risorse, approvvigionamento, sviluppo, e struttura produttiva, commerciale e di comunicazione. Dal punto di vista finanziario, data appunto l’ancora embrionale idea di business, in questa fase non ci sono vendite e ricavi, né finanziamenti, se non di tipo informale come ad esempio bootstrapping. Dal punto di vista manageriale, invece, tale periodo si conclude con la realizzazione di un business plan, ovvero del documento guida per lo sviluppo successivo delle attività.

In seguito, inizia la fase operativa (early stage) in cui la nuova azienda comincia ad affacciarsi al mercato. Tale momento comprende altre due ulteriori fasi: Seed e Startup. Si parla di Seed quando l’azienda necessità di un periodo iniziale per realizzare l’idea dal punto di vista tecnico. É il caso, ad esempio, dei business ad alto contenuto tecnologico come potrebbe essere nel campo delle biotecnologie. In questa fase non si può dimostrare l’efficacia dell’idea perché ancora in realizzazione e quindi non disponibile all’utilizzo dei consumatori, ma possono rendersi necessari ingenti finanziamenti per dimostrarne la validità tecnica. Si parla di startup a tutti gli effetti quando, invece, il prodotto è pronto per entrare nel mercato e ottenere i primi clienti ed i primi risultati. É durante questa fase che la startup ha maggiormente bisogno d’investimenti poiché i ricavi sono ancora di basso livello e non sufficienti per investire nell’ampliamento delle attività22. Gli investitori privati si distinguono in Business Angels e Ventur Capitalist. I Business Angels sono investitori informali che in cambio di capitale apportato alla società acquisiscono una quota e, solitamente, hanno un’esperienza consolidata di management nel settore in cui la startup vuole fare il proprio ingresso, fungendo anche da coach. Le Venture Capitalist, sono società di fondi che provengono da grandi imprese, banche o compagnie assicurative che effettuano investimenti con grandi fondi di denaro. I finanziamenti possono essere di derivazione pubblica: in tal caso gli enti pubblici sovvenzionano l’impresa in modo frammentario e periodico in quanto non si tratta di finanziamenti in sostituzione dell’assunzione di rischio bensì d’incentivi all’innovazione o all’imprenditorialità.

Quando il numero dei clienti aumenta, e così le vendite ed il fatturato, si entra nella fase di Early Growth. L’azienda, data la crescita commerciale, comincia a ricorrere in parte ai ricavi dell’attività per autofinanziarsi, ma potrebbe avere ancora bisogno di capitali esterni per soddisfare la domanda crescente e per investire nell’espansione dell’attività. Tali fondi si distinguono in seed financing, destinati alla realizzazione del prototipo o prodotto, o in startup financing, destinati alle attività dell’organizzazione più in generale. Nella fase di Early Growth il rischio legato all’imprenditorialità subisce comunque una riduzione in quanto si comincia ad avere un numero sufficiente di dati per comprendere quale sia la reale consistenza del mercato potenziale. Qualora il Team sia capace di sostenere questo periodo di sviluppo iniziale la startup si avvia alla fase di crescita sostenibile (Sustained Growth) che la porterà ad un exit.

In quest’ultima fase avviene solitamente la restituzione agli investitori del capitale di rischio che può avvenire in cinque differenti modi:

  • IPO (Initial Public Offering): la startup diviene di proprietà pubblica con conseguente quotazione in borsa;
  • Write-off: poiché la startup è prossima al fallimento gli investitori si ritirano;
  • Buyback: l’imprenditore acquista tutte le quote della società e rimane l’unico proprietario (si parla di quote cedute durante la fase di raccolta dei fondi);
  • Secondary Sale: l’imprenditore cede le quote della startup a nuovi investitori, mantenendone una parte;
  • Acquisition: l’azienda viene venduta completamente a terzi.

Va sottolineato il fatto che la crescita della startup non comporta necessariamente una sua evoluzione in azienda vera e propria. Infatti sono moltissimi i casi in cui, per motivi strategici, viene acquisita da una grande impresa già affermata (fusione). Se, invece, lo scopo dell’azienda acquirente è quello di entrare in possesso di determinati asset che possono essere capitale umano, brevetti o know-how, si parla di acquisizione e la startup cessa di esistere.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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