Il futuro del Project Management: Modello 4C e Web 2.0

Il futuro del Project Management: Modello 4C e Web 2.0

Il Web e il modello 4C

Il web e le applicazioni derivanti da esso possono porsi come espressione del modello 4C. Ogni singola applicazione web 2.0 può essere ricondotta a una o più specifiche C del modello stesso e tramite le applicazioni derivanti da esso le 4C possono esplicitarsi e creare la base dell’impresa rete. Allo stesso tempo però il web 2.0 nel complesso non è sempre riconducibile al modello 4C, dato che non tutte le feature sono ricollegabili ad una delle C, come per esempio la costumizzazione possibile delle app, risultato della necessità di personalizzazione e non direttamente collegabile a nessuna delle C. Nel proseguimento del capitolo si cercherà di capire innanzitutto cosa è il web 2.0 e come sfruttarlo in ambito lavorativo, utilizzando gli strumenti generatisi con il passare del tempo per coinvolgere sempre di più gli utilizzatori. Per far questo verrà “presa in prestito” dalla new economy la long tail, termine coniato da Chris Anderson nel 2004 per descrivere alcuni modelli economici e commerciali.

5 passi per implementare il Web 2.0

Dando per scontato la conoscenza delle applicazioni più importanti del Web 2.0 assieme alle caratteristiche fondamentali e al loro funzionamento, questo paragrafo approfondirà una possibile strategia di implementazione di tali strumenti in ambito aziendale.

Il noto studioso O’Reilly ha identificato 5 step per poterlo implementare al meglio:

1. Costruire valore aziendale catalogabile

Un ingrediente chiave in molti progetti basati sul Web 2.0 è la capacità di raccogliere informazioni dagli attori partecipanti per poi condividerle in una forma comprensibile. Gli utilizzatori di tali informazioni a loro volta contribuiscono ad aumentare il valore delle stesse modificandole ed aggiungendo dettagli. Può essere difficile inizialmente creare sistemi in cui gli utenti vogliano fare ciò, ma da risultati a breve e a lungo termine. Anche progetti che sono già in corso traggono benefici dall’implementazione di strumenti Web 2.0, poiché permettono di “rinfrescare” le idee e ripercorrere le varie fasi degli stessi. È possibile spostarsi nella prospettiva di un singolo utente e valutare ciò il suo contributo e quanto ha tratto dalla conoscenza condivisa. Nel caso dei progetti e del Project Management questa esigenza è particolarmente forte in quanto l’apprendimento non può basarsi su strumenti di reiterazione, ma sulla capacità di raccogliere e diffondere le “lezioni imparate”. Questo concetto è sottolineato sia da Archibald nei libri da lui scritti relativamente al PM sia dal PMI.

C’è un forte legame tra le conoscenze strutturate e disponibili e i problemi di progetto. Tale legame è evidenziato nella tabella seguente, tratta da un convegno dell’ANIMP (Associazione Nazionale Impiantistica Industriale).

Modello 4C - Tabella legami conoscenze e problemi di progetto
Tabella legami conoscenze e problemi di progetto

2. Attivare i “network effects”

Il network è il cuore del Web 2.0, e occorre innanzitutto poter misurare quanto il networking online e quello offline valgono. Una volta fatto questo il passo successivo consiste nell’aumentare gli stessi, poiché una loro crescita esponenziale permette di aggiungere valore al progetto stesso in molteplici modi.

3. Lavorare attraverso i social networks

I social networks permeano e arricchiscono il Web 2.0, non sono semplici applicazioni. Sono il conduttore naturale per i network effects e un elemento chiave per la costruzione di una comunità che dia forza al progetto. È possibile raggiungere un’audience più elevata e costruire legami più profondi tra i vari membri del progetto stesso.

4. Allocare dinamicamente le competenze

Le organizzazioni costruiscono il loro business sulle competenze, il successo dipende su quanto esse sono differenzianti rispetto a quelle dei concorrenti. Attraverso il Web 2.0 si può cambiare come sono viste e sono utilizzate le competenze possedute e trovarne di nuove, possedute da altri, che le condividono, oltre che condividerle. I competitor stessi possono diventare partner in alcuni progetti, permettendo all’impresa di utilizzare le loro competenze, che potranno essere assimilate per progetti futuri.

5. Ricombinare l’innovazione

I cambiamenti che le tecnologie di Web 2.0 possono far scaturire non necessariamente sono di tipo distruttivo rispetto al modus operandi precedente. Il mondo virtuale e quello reale possono essere collegati tra loro per trarre il meglio da entrambi, al fine di ottenere innovazioni che siano il prodotto dell’intersezione tra i due mondi. Il “vecchio” modo di innovare quindi viene ricombinato, per sfruttare i nuovi mezzi al meglio.

Dal modello al progetto

Tutti i concetti che sono stati utilizzati per la rete di impresa sono applicabili anche alle reti temporanee del Project Managment con in più l’obiettivo di essere rapidamente utilizzabili, per cui è opportuno disporre di un insieme di tecnologie o di un modello 4C preconfigurati da mettere a disposizione del progetto.

Per concludere a questo punto si possono considerare i componenti del modello 4C come componenti del progetto per cui la comunità è la rete di progetto (insieme di persone e/o strutture organizzative), la cooperazione/coordinamento è quello tradizionale del PM, la conoscenza condivisa è quella necessaria all’avanzamento del progetto e la comunicazione è tra i membri del progetto e gli attori coinvolti.

 

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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