Gaming: Cos’è, come funziona e progettazione di un videogame

Gaming: Cos’è, come funziona e progettazione di un videogame

Elementi del gaming

L’industria del videogame esiste ormai da diverso tempo ed tutt’oggi uno dei settori più in fermento in assoluto in ambito di tecnologia ed intrattenimento. Ormai moltissimi tipi di videogiochi sono stati ideati, dalle caratteristiche più differenti e per i sistemi più disparati, e nuove idee continuano ancora ad emergere. L’utilizzo della realtà aumentata nel contesto del gaming rientra sicuramente nella cerchia di novità d’interesse, per quanto sembra che, per il momento, sia riuscito ad affermarsi solo in maniera marginale, probabilmente per la sua eccessiva particolarità. Effettivamente riuscire a trovare il modo di sfruttare l’idea base dell’AR (Realtà aumentata) in maniera significativa ai fini del gioco e non come semplice elemento di contorno, potrebbe rivelarsi una sfida ardua per qualunque sviluppatore.
Esistono infine fattori comuni che caratterizzano qualunque tipo di game, fattori che ormai da tempo riconosciuti ed attorno ai quali è stata definita una vera e propria teoria del gaming.

Gaming: Cos'è, come funziona e progettazione di un videogame

Elementi base di un videogame

Così come si pùo ben intuire dal nome stesso, un qualunque videogioco è composto essenzialmente da due componenti fondamentali: il termine video è relativo alla parte di visualizzazione del gioco stesso, in pratica in tutto ciò che si vede su schermo, mentre il termine game fa invece riferimento alla caratteristica di giocabilità del prodotto, ossia alla così detta componente di game-play. Il game-play comprende a sua volta tutte le varie forme d’interazione con l’utente, le quali rappresentano sostanzialmente la forma d’input principale per il gioco, ed il modo in cui tutti gli elementi del gioco evolvono nel tempo, in base a delle proprie regole interne, alla storia delle interazioni stesse con l’utente o di altri fattori esterni.
Risulta chiaro come questa evoluzione debba seguire una determinata logica, logica che deve risultare comprensibile al giocatore. E’ inoltre necessario che lo scopo del gioco sia ben definito, bisogna cioè fondare l’intera struttura del game-play su un concetto di tipo vantaggi-svantaggi in modo tale che il giocatore sia più propenso a seguire una determinata linea di azioni.
Sia grafica di gioco che comandi d’input sono strettamente dipendenti dal sistema fisico sul quale il videogioco stesso viene eseguito. Per ottenere determinati effetti di rendering serve infatti il giusto supporto grafico lato hardware. Allo stesso modo le interazione con l’utente variano a seconda dei diversi tipi d’input messi a disposizione. I tradizionali tipi di controlli erano legati all’uso di keyboard, mouse o joypad, unici dispositivi d’input disponibili (fino a relativamente poco tempo fa) su consoles o personal computers, mentre oggi si stanno imponendo anche nuovi tipi d’interazione, per mezzo ad esempio di touch-screens o sensori di movimento.

La logica di gioco tende invece ad astrarre dal particolare hardware a disposizione, anche se il modo in cui il game viene codificato dipende dal particolare linguaggio utilizzato per programmare su quello stesso hardware. Dunque, anche se il particolare supporto fisico non influisce direttamente su cosa sia possibile realizzare, questo influenza sostanzialmente il modo in cui il game viene realizzato.
Oltre alla componente grafica e alla componente del game-play, in un videogioco c’è anche la componente audio da considerare. Non si tratta in realtà di una parte strettamente necessaria, dal momento che un game potrebbe venir giocato anche senza alcun effetto sonoro, tuttavia rimane qualcosa che contribuisce all’esperienza ludica, ragion per cui ne viene normalmente considerata parte integrante.

Grafica, gameplay e poi sonoro, sono certamente le componenti principali di un qualunque videogioco e sono state sempre presenti fin dai tempi in cui il primo game è stato creato. Tuttavia esistono anche molti altri possibili aspetti che possono essere considerati nella creazione di un prodotto software di questo tipo, soprattutto in relazione alla particolare tipologia di gioco che si intende realizzare. Si tratta di componenti che sono stati man mano presi in considerazione nel tempo, mentre i videogames stessi stessi si sono evoluti.

Fra questi aspetti la gestione dell’IA (intelligenza artificiale) è certamente stato uno dei primi ad essere considerato, ed in tal senso basti anche solo pensare ai primi giochi di scacchi o di dama, realizzati fin dai tempi dei primi PC, che permettevano già un buon livello di sfida fra il giocatore reale e quello virtuale. E’ stata in seguito molto spesso impiegata per gestire il comportamento dei così detti NPC (Not Player Characters), ossia di tutti i personaggi virtuali che non vengono comandati direttamente dai giocatori e che possono aiutare od ostacolare i giocatori stessi durante lo svolgimento del gioco. Deve essere però chiaro che si tratta pur sempre di un comportamento propriamente simulato e fondato in buona parte sull’utilizzo di particolari trucchi o stratagemmi, dal momento che l’implementazione di un vero e proprio processo di ragionamento virtuale rimane ancora oggi qualcosa di estremamente dispendioso in termini di potenza computazionale e poco adatta ad per contesti di real-time.

Un altro aspetto è poi la gestione del multyplaying, che permette a più di un giocatore di interagire, in maniera cooperativa oppure competitiva, con lo svolgimento del gioco, ed è dunque legato in particolar modo all’aspetto del game-play. Recentemente è inoltre spesso legato anche alla gestione del networking, ossia all’insieme di tutte le funzionalità inerenti all’utilizzo di una qualche tipo di connessione remota, o per permettere l’interazione fra giocatori fisicamente distanti, o per ottenere una qualunque altra informazione esterna riguardante lo stato del gioco. Si tratta in ogni caso di una nuova forma di input nel contesto di un game, rispetto a quella classica tramite strumenti fisici quali keyboard, mouse o controllers di altro tipo da parte di un determinato utente.

Vi è poi la gestione della fisica di gioco, che prevede di simulare un comportamento fisico degli oggetti virtuali come se fossero veri e propri oggetti reali. Si tratta ovviamente di una componente che ha sempre riguardato i videogiochi più complessi, dove si vuole ottenere una simulazione più realistica possibile della realtà, ma ultimamente viene sempre più considerata come un aspetto fondamentale per i games in generale, tant’è che i moderni engine grafici per il supporto al rendering offrono spesso anche funzionalità di motori fisici. In realtà la simulazione della fisica coinvolge anche effetti relativamente semplici quali ad esempio il collision detection, per evitare la compenetrazione fra oggetti tridimensionali, attuato quasi sempre per mezzo di bounding boxex, ossia di volumi parallelepipeoidali che contengono l’intera geometria del modello. Altri effetti più complicati invece sono ad esempio la gestione della cinematica dei corpi solidi, la gestione della fluidodinamica dei liquidi, la gestione elastica di urti, gli effetti particellari, etc., e ciascuno di questi viene simulato utilizzando metodi differenti.
Per concludere, pur non costituendo questi veri e propri componenti, possono essere considerati come aspetti di cui tener conto nella realizzazione di un videogioco anche il design degli elementi del gioco e la stesura di una trama (ove possibile), dal momento che sono certamente fattori che ne influenzano la desiderabilità da parte degli utenti.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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