Guida Yoast SEO: Come ottimizzare un sito WordPress con il plugin Yoast SEO

Guida Yoast SEO: Come ottimizzare un sito WordPress con il plugin Yoast SEO

In questa guida sarà insegnato come usare Yoast SEO (ex SEO by Yoast) per il proprio sito WordPress, lo strumento migliore riguardo la SEO on-page su questo CMS, teso cioè all’ottimizzazione di un sito in modo che possa posizionarsi al meglio su Google.  Innanzitutto è necessario eliminare dal proprio sito WordPress eventuali altri plugin SEO attivi ed installare solamente il plugin Yoast SEO.

Guida Yoast SEO: Come ottimizzare un sito WordPress con il plugin Yoast SEO

Installare ed attivare Yoast SEO

Andare nella sezione Plugin della propria Bacheca WordPress, cliccare Aggiungi Nuovo e cercare Yoast SEO. Installare il plugin ed attivarlo. Con alcuni software potrebbe non riuscire l’installazione del plugin, scaricare allora la cartella .zip di Yoast SEO dal sito ufficiale WordPress e caricarla dalla Bacheca o con il copia/taglia e incolla nella cartella wp-content/plugins o via FTP se va depositato sul server remoto.

Configurare Yoast SEO

Bisogna fare subito una premessa. Alcuni temi WordPress sono già ottimizzati lato SEO, quindi non è necessario impostare determinate funzioni su Yoast SEO, a tal proposito leggere attentamente cosa scrive la guida del tema acquistato prima di operare sul plugin.

  1. Si può iniziare la configurazione cliccando in alto il logo di Yoast e scegliere la configurazione guidata (Configuration Wizard) oppure dalla Bacheca del proprio sito WordPress, cliccare la voce SEO e poi Dashboard presente nella barra di navigazione di sinistra. Si caricherà una schermata per un’attività SEO di base in cui nella: prima scheda Dashboard (Bacheca) verrà probabilmente segnalato un errore sulla tagline (motto o descrizione del sito) con la sollecitazione a modificarlo, ciò si può fare direttamente sulla pagina o, sempre dalla barra di sinistra, cliccando appena sopra SEO la voce Impostazioni e poi Generali: quest’ultima è la via migliore poiché permette di cambiare anche altri parametri; già che ci si trova si può eventualmente anche passare sulla voce Lettura e accertarsi che la casella Visibilità ai motori di ricerca sia disabilitata per non incorrere nell’errore “stai bloccando l’accesso ai robot”. Tornare su SEO Dashboard.
  2. seconda scheda General (Generale) si avrà la possibilità di iniziare un tour guidato utile alla configurazione del plugin, ma in locale non funziona. Restore default settings (Ripristina impostazioni iniziali) riporta la configurazione del software ai valori di fabbrica, ma se si resetta non si potrà tornare indietro e si perderà il lavoro di personalizzazione effettuato. La scheda General si può dunque lasciare così com’è.
  3. terza scheda Features (Funzionalità) si potranno anche qui lasciare i valori di default (se è presente OnPage.org disabilitarla perché tale piattaforma, che integra le funzionalità di Yoast SEO, in passato ha dato vari problemi).
    Se già non lo è, attivare Advanced settings pages per far comparire sotto la voce SEO a sinistra, altre opzioni da personalizzare successivamente per un SEO più avanzato di quello base: ricorda di salvare le modifiche (a tal proposito si sappia che Cornerstone content identifica gli articoli del proprio sito dei quali si va più fiero ovvero le fondamenta sulle quali si costruiscisce la propria comunicazione).
  4. quarta scheda Your info (I tuoi dati) si potrà inserire il nome del proprio sito web (si può inserire il Nome, ad esempio Andrea Pacchiarotti, il nome dell’azienda o il dominio www.andreapacchiarotti.it) e quello alternativo (la descrizione va più che bene).
  5. quinta scheda Webmaster tool (Strumenti per Webmaster) aggancerà il sito agli strumenti gratuiti dedicati ai webmaster. Configurare Bing Webmaster Tool e Google Search Console. Yandex (motore di ricerca russo) è poco utile se il proprio sito non opera sul territorio russo.
    Questi campi possono essere lasciati vuoti se si è già provveduto a verificare il proprio sito su Bing e Google; se non si sa come fare è possibile cliccare il link a sinistra della casella di testo in modo da essere riportati sulla pagina ufficiale che spiega la procedura. Se invece si vuole utilizzare Yoast per tale operazione, la casella di testo va compilata con il codice di verifica rilasciato dai due motori di ricerca.
  6. sesta scheda Security (Sicurezza) si lascerà disattivata (Disabled) la voce relativa alla dicitura Advanced part of the Yoast SEO meta box (Parte avanzata del meta box Yoast SEO) per impedire che gli utenti del proprio sito WordPress, con ruolo diverso da Amministratore, possano intervenire sulla configurazione lato SEO del sito.
    Spostandosi di nuovo nella barra di navigazione di sinistra si vedranno sotto SEO e Dashboard le seguenti voci utili ad un’attiva SEO
    più avanzata:

Title & Metas (Titoli & Metadati) con 6 schede:

  1. Generale: qui è possibile scegliere il Separatore del Titolo, un simbolo con cui separare il titolo della pagina dal nome del
    sito nel caso si decida di mostrare il nome del proprio sito dopo il titolo dell’articolo o della pagina (es. SEO WordPress • SeoSocial). Si può tranquillamente lasciare il separatore di default.
    Homepage: è possibile inserire testo statico nel titolo della pagina e nella descrizione o scegliere di utilizzare delle variabili nei due campi. Le variabili che Yoast SEO inserisce di default vengono sostituiti con valori dinamici forniti da WordPress secondo il seguente schema:
    %%title%% titolo dell’articolo o della pagina.
    %%sitename%% nome del sito (il contenuto del tag title).
    %%sitedesc%% descrizione del sito (il contenuto del metatag description).
    Personalmente inserirei a mano il titolo (che potrebbe essere il nome del proprio sito) e la descrizione rispettando le lunghezze rispettivamente pari a 50/60 e 150/160 caratteri, va considerato che però a dicembre 2017 Google ha raddoppiato i valori inseribili nella descrizione.
  2. Post type (Tipo articolo): vi si definisce il testo che dovrà comparire nel tag title e nel metatag description per articoli/post,
    pagine e media (immagini, pdf, ecc.) contenuti nelle pagine e scegliere di:

    • aggiungere il metatag robots index, no index con la differenza di far indicizzare o meno la risorsa dai motori di ricerca. Usare noindex solo se si hanno contenuti duplicati per non rischiare di incorrere in penalizzazioni o per altri motivi. Non è comunque garantito che i bot seguano queste istruzioni.
    • nascondere/mostrare il Meta Box di Yoast SEO e la data nello snippet di anteprima che comparirà nel Meta Box: ciò dà la possibilità di mostrare la data di pubblicazione dell’articolo nel box di anteprima o di nascondere il box stesso, dunque è possibile lasciare tutto com’è.
      Si potrebbe ottimizzare la SEO description usando la variabile %%excerpt%%, in modo da generare in automatico un estratto di ciò che è stato scritto. Volendo si possono aggiungere anche tre puntini di sospensione %%excerpt%%… o personalizzare il title con %%title%% %%sep%% %%sitename%% per il titolo dei propri articoli che potrebbe generare, in automatico, risultati
      come “Yoast SEO WordPress (title) – (separatore) (nomesito)”.
      Ma non c’è troppo da preoccuparsi, non è vincolante: scegliere impostazioni di default può facilitare il lavoro, ma si potrà sempre modificare le impostazioni di ogni articolo o pagina con l’anteprima che mostra Yoast prima della pubblicazione. È comunque ideale avere title e description unici.
  3. Taxonomies: la tassonomia è la disciplina della classificazione ovvero un metodo utile ad ordinare le cose; questa scheda presenta le stesse opzioni di Tipo Articolo, ma in questo caso riguarda le categorie, tag e formato. Lasciare tutto così com’è, aggiungendo nelle descrizioni delle categorie %%category_description%% per visualizzare la descrizione scelta personalmente (o un estratto %%excerpt%%) WordPress crea 2 tassonomie al momento della sua installazione:
    • categorie: raggruppano gli articoli per “tipo di post” e possono contenere delle sottocategorie. Difficilmente un post dovrebbe
      essere assegnato a più di una categoria.
    • tag: raggruppano le notizie per “argomento trattato” e ogni post può avere diversi tag associati.
    • Le categorie si creano, modificano, eliminano da Articoli/Categorie, mentre i tag da Articoli/Tag.
      • Archives: comprende le opzioni per non indicizzare gli archivi autore, le date degli archivi e le pagine speciali, come quelle di errore 404. Le impostazioni di default vanno bene, ma in:
      • Author archives se si è l’unica persona a scrivere sul proprio sito, non si ha probabilmente bisogno di un archivio contenente tutti i propri articoli essendo il sito stesso il proprio grande archivio: in tal caso si può disattivare la scelta.
      • Search pages e 404 pages è possibile solo impostare il titolo del template, in quanto saranno non indicizzate di default.
  4. Other: è possibile decidere di non indicizzare le sottopagine degli archivi (dalla pagina 2 in poi) e di usare il metatag keywords che Google non considera più; personalmente attiverei comunque questa la possibilità relativa alle parole chiave.
  5. Social: comprende le opzioni necessarie ad abilitare Open Graph Facebook ed i metadati per gli altri social. Ciò permette ai contenuti condivisi sui social di essere visualizzati al meglio. Alcuni temi prevedono già questa funzionalità, in tal caso non aggiungerli su Yoast SEO.
    In Default settings di Facebook è possibile specificare un’immagine generica da mostrare in caso in un articolo o pagina non sia presente alcuna immagine, dunque si può lasciare il campo bianco se non si pubblica mai un articolo che non contenga almeno una foto.
  6. XML Sitemap: La sitemap comunica ai motori di ricerca una mappa dei contenuti del proprio sito ed è fondamentale. Assicurarsi che Enabled sia attivo e comunicare la presenza della propria Sitemap ai motori di ricerca che su Google si effettua da Search Console. Il valore 1.000 indica le pagine scansionabili. Ogni qual volta si cancellano o creano delle pagine il plugin si occuperà di fare un nuovo ping ai diversi Search Engine, in modo che rianalizzino la nuova sitemap con i contenuti aggiornati.
    • In User Sitemap impostare Disabled se il sito è monoautore.
    •  In Post Types decidere se si vuole creare anche una sitemap per i media.
    • In Post exclude è possibile escludere dalla sitemap alcuni articoli attraverso il loro ID.
    • In Taxonomies dato che Categorie e Tag spesso generano contenuti duplicati è opportuno fare una scelta tra le due tassonomie, in genere è preferibile inviare all’indice del motore di ricerca solo le Categorie, ma nel caso di un sito vecchio e con tag ottimamente posizionati inviare entrambi.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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