I momenti più importanti del viaggio o della vacanza

I momenti più importanti del viaggio o della vacanza

Prendiamo una città imporante a caso: Parigi.

Si può salire su un treno la sera e risvegliarsi la mattina successiva un po’ acciaccati nella Ville Lumière. Oppure ci si può mettere al volante e farsi una bella tirata di circa 9 ore (per chi parte dalla provincia di Pavia) oppure decidere di visitare le più belle città della Francia e solo alla fine di un lungo percorso arrivare nella capitale.
Chi ha fretta preferirà prendere l’aereo e dopo poco più di un’ora di volo se non ci sono nuvole e vola la sera potrà gustarsi il panorama della Tour Eiffel illuminata, direttamente dal finestrino.
Qualche coraggioso appassionato di ciclismo può decidere di partire, zaino  in spalla e attraversare l’Hexagone su due ruote.

Si può viaggiare soli, con la famiglia, con un gruppo di amici o con un  gruppo di perfetti sconosciuti; oppure ovviamente si può rispettare lo stereotipo della romantica vacanza parigina in coppia, con proposta di matrimonio sulla Tour Eiffel inclusa nel pacchetto, ça va sans dire.

Si può visitare Parigi in inverno, magari a Capodanno e passeggiare negli Champs-Élysées illuminati da milioni di luci e poi approfittare dei saldi di gennaio alle Galeries Lafayette. Oppure in primavera, per ammirare i colori dei quadri dei pittori che ritraggono i passanti lungo la Senna e a Montmartre.

Tante alternative, una sola città.

Se si pensa di applicare tutte queste possibilità a tutte le città del mondo e se si considera che oltre alle città si possono visitare foreste, deserti, isole… le alternative diventano davvero infinite. Se anche qualcuno decidesse di passare la propria vita viaggiando ci sarà sempre qualcosa che non ha potuto visitare o che non ha potuto vedere in modi diversi.

Sono infinite le possibili mete, infiniti i possibili modi per arrivarci e infinite le possibilità di vedere lo stesso luogo.

I cinque momenti del viaggio

I momenti più importanti del viaggio o della vacanza

In queste infinite opportunità è tuttavia possibile identificare cinque momenti ideali del viaggio considerato come singola entità:

  1. la prenotazione;
  2. l’organizzazione;
  3. lo spostamento;
  4. il soggiorno;
  5. il ritorno (purtroppo).

Difficilmente queste fasi si presentano tutte insieme, nell’ordine qui elencato. Si può partire senza prenotare: c’è infatti chi viaggia in camper e spesso non sosta nelle aree predisposte; altri invece partono in macchina e si fermano quando trovano un albergo.

Tantissime persone non organizzano il proprio viaggio. Spesso i giovani non si preoccupano né della meta né tanto meno di organizzare le giornate di vacanza.

Difficilmente, al contrario, mancano le fasi di spostamento e di soggiorno (non vengono in questa sede contemplate le ferie che spesso molti passano nella propria città; non si tratta in tal caso di un viaggio). Eventualmente però queste possono coincidere quando, ad esempio, si parte con mezzo proprio senza una vera e propria destinazione definitiva e stabile ma ci si continua a muovere.

Anche organizzazione e prenotazione spesso coincidono, in particolare oggi ciò avviene grazie all’esistenza di siti Internet o applicazioni per smartphone che permettono di creare un vero e proprio pacchetto con poche semplici mosse (i cosiddetti Travel Social Network ne sono un esempio).

Il ritorno è una fase che decisamente non può mancare (diversamente parleremmo di trasferimento) né, chiaramente, può essere spostata rispetto alle altre. Ciò che tuttavia può mancare di questo momento è la condivisione della vacanza con i propri cari (come avveniva in passato e tuttora) o con chiunque sia interessato (come avviene solo oggi grazie all’utilizzo di Internet).

È possibile infine invertire l’ordine di prenotazione, organizzazione e spostamento.

Non è possibile immaginare tutte le possibili alternative, né qui è la sede opportuna per tale tipo di ricerca. Tuttavia voglio prendere un caso in analisi in modo da poter spiegare le cinque fasi avendo un punto di riferimento.

La vacanza modello è in questo caso la vacanza di un gruppo di amici che decide di visitare una metropoli e utilizza l’aereo per arrivarci.

La scelta non è casuale: ho scelto la città perché è la meta che più di ogni altra offre la possibilità di analizzare quanto le tecnologie possano essere applicate ai viaggi. Ho scelto l’aereo per la grande diffusione di grandi portali per la prenotazione dedicati proprio ai voli e a causa dell’utilizzo sempre più diffuso dell’aereo per gli spostamenti, grazie soprattutto alle compagnie low cost.

Infine, la tipologia dei viaggiatori giovani è quella che ho reputato più interessante per diversi motivi: innanzitutto perché la sottoscritta è una rappresentante della categoria, in secondo luogo perché, stando al rapporto del CTS (Centro Turistico Studentesco e Giovanile) sul Turismo Giovanile, “Anche nel mercato turistico i giovani anticipano e condizionano comportamenti e nuove forme di turismo, come dimostra, ad esempio, l’utilizzo, nettamente superiore rispetto alla media, dei voli low cost e di Internet per le proprie vacanze.

In Italia, il fenomeno in discussione ha avuto inizio negli anni Sessanta e ha rivoluzionato gli schemi tradizionali del turismo portando alla nascita di forme innovative di turismo, l’autostop per esempio, come espressione della autonomia dei giovani che si ribellano al controllo da parte dei genitori.

I notevoli vantaggi del turismo

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo il settore oggi rappresenta oltre il 20% degli arrivi turistici internazionali: 168 milioni di persone nel 2006, 94 milioni dei quali solo in Europa. Nello stesso anno, in Italia, il 76.8% dei viaggiatori aveva tra i 25 e i 34 anni.

Sempre secondo il rapporto elaborato da CTS l’interesse nei confronti del turismo giovanile e studentesco è motivato, oltre che per pure questioni economiche, anche da altre ragioni.

I giovani infatti:

  • contribuiscono a creare un “ponte” tra Paesi e culture diverse;
  • hanno, in generale, una maggiore propensione a viaggiare;
  • contribuiscono a creare nuove attrazioni e a far emergere nuove destinazioni;
  • concorrono, con il loro comportamento, alla definizione dei trend di mercato;
  • rispetto ad altre tipologie di turisti, effettuano viaggi più lunghi;
  • tendono a concentrare le loro spese all’interno delle comunità locali, riducendo la dispersione dei profitti;
  • hanno una grande propensione a risparmiare denaro da investire nel tempo libero e nei viaggi;
  • tendono a lavorare durante i viaggi, per coprirne i costi e poterne prolungare la durata;
  • tendono a visitare luoghi che altre tipologie di turisti spesso evitano (per motivi di accessibilità o per questioni politiche): ciò fa riflettere sul minore impatto che fattori esterni come guerre, eventi terroristici o conflitti politici esercitano su questo segmento.

Per comprendere l’evoluzione e le tendenze del turismo giovanile, occorre inoltre menzionare fattori generali di crescita del settore turistico, meno considerati in passato, che contribuiscono alla mobilità giovanile:

  • la crescita delle compagnie aeree low cost;
  • i contratti di lavoro atipici, spesso più brevi e il conseguente maggiore tempo libero a disposizione (forse l’unico aspetto positivo di questo tipo di contratti);
  • la crescita di operatori turistici specializzati in viaggi indipendenti;
  • la grande diffusione di Internet e la sua capacità di far emergere nuove destinazioni;
  • la diffusione di guide per viaggi indipendenti come le Rough Guide e le Lonely Planet, che contengono informazioni su destinazioni non incluse negli itinerari tradizionali e frequentate dai cosiddetti younger independent travellers.

 

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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