Definizione e caratteristiche della consulenza aziendale

Definizione e caratteristiche della consulenza aziendale

La consulenza viene definita comunemente come una prestazione lavorativa professionale da parte di un consulente, ovvero un soggetto che, avendo accertata qualifica ed esperienza in una determinata materia, consiglia e assiste i propri clienti o committenti nello svolgimento di cure, atti, bisogni, pratiche o progetti, fornendo o implementando informazioni, pareri o soluzioni.

Il compito principale della consulenza è quindi quello, una volta apprese le informazioni che il cliente ha comunicato, di aggiungervi la propria esperienza, conoscenza e professionalità così da promuoverne gli sviluppi nel senso desiderato; in questo contesto è fondamentale che si instauri un rapporto di fiducia tra il committente e chi fornisce la consulenza.
Tale fiducia può derivare da un rapporto di lavoro pregresso, dal prestigio del consulente, dalle sue competenze e capacità dimostrate, o dai titoli accademici professionali conseguiti.
In alcune situazioni al consulente è richiesta una prestazione di tipo teorico/strategica ovvero la mera trasmissione di conoscenze e istruzioni che il cliente dovrà poi applicare autonomamente: in questo caso la consulenza si identifica maggiormente con l’attività di formazione. In altre, diametralmente opposte, al consulente è richiesto di eseguire materialmente parte della risoluzione del problema (consulenza operativa).

Definizione e caratteristiche della consulenza aziendale

Il ricorso alla consulenza esterna da parte di un’azienda, diffuso nell’ambito dei servizi, viene definito outsourcing, ovvero l’esternalizzazione delle risorse umane.
Questa pratica è motivata spesso da diversi tipi di esigenze tra cui l’elevato grado di specializzazione professionale dei consulenti per la prestazione lavorativa richiesta e dalla possibilità di abbattere i costi imponibili del professionista al termine della prestazione fornita dallo stesso attraverso forme di lavoro contrattuali tipiche.
Di questa tipologia fanno parte per esempio i contratti di lavoro a progetto, quelli di somministrazione di lavoro o ancora quelli attraverso semplici accordi economici tra le parti in cui il consulente è dotato di partita IVA.

Le prestazioni di consulenza possono essere richieste sia da soggetti privati che da soggetti pubblici come le pubbliche amministrazioni (nel caso in cui non siano in grado di raggiungere con le proprie risorse i risultati attesi).
Nello specifico il ricorso alla consulenza è particolarmente utilizzato dalle organizzazioni pubblico-amministrative o dagli enti governativi, tanto che in passato sono stati riscontrati abusi di questa pratica, attirando su di essa critiche dovute agli ingenti costi totali imponibili al richiedente (lo Stato, e di conseguenza, al cittadino contribuente).

Molto spesso è possibile che le attività di consulenza vengano affidate a società private esterne (come già citato si tratta di outsourcing), una pratica molto diffusa negli ultimi dieci-quindici anni quando, una sempre maggiore specializzazione degli addetti al lavoro, ha permesso di affinare tecniche finalizzate alla risoluzione dei problemi sempre più complesse e mirate.

È opportuno inoltre fare un’ulteriore distinzione tra i soggetti che di norma richiedono un servizio di consulenza:

  1. consulenza alle persone fisiche (consumatori, lavoratori, cittadini, pazienti, assistiti). In generale individui necessitanti di un servizio consulenziale ma all’infuori dello svolgimento di un’attività economica come soggetti titolari di partita iva;
  2. consulenza alle imprese (ditte individuali, società, imprese). Ovvero soggetti che svolgono attività economiche artigianali, industriali, commerciali, professionali, agricole. Questa tipologia di consulenza viene definita come consulenza aziendale.

La consulenza alle persone e quella aziendale sono due attività che differiscono molto tra loro e per questo motivo anche per i consulenti che si occupano di tali attività sono necessarie competenze specifiche e mirate (es. consulenza medica, legale, commerciale).
Per poter emergere è quindi necessario acquisire skills che permettano di distinguersi dai propri competitors e al tempo specializzarsi in una delle due aree sopra descritte.
Basti pensare come un consulente che lavori per enti e imprese è tenuto ad interfacciarsi con gli uffici dei cliente e ad adeguarsi di conseguenza alle loro diverse procedure (anche fossero solo quelle di carattere amministrativo).

La consulenza informatica

La consulenza informatica (in inglese chiamata spesso “IT Consulting” o “Business and Technology Consulting”) è una forma, ramo o settore della consulenza descritta precedentemnte che consiste nella prestazione professionale, di una o più persone esperte nel settore dell’informatica aziendale (consulenti informatici), che fornisca consigli a un’azienda o ad un’impresa su come utilizzare al meglio le tecnologie dell’informazione (ICT, Information and Communications Technology) al fine di raggiungere determinati scopi o obiettivi prefissati nel piano aziendale. Oltre alla mera consulenza il professionista consulenziale, il più delle volte, analizza, progetta, implementa e amministra il sistema informatico (sistemista informatico) oppure si adopera nello sviluppo software (analista funzionale, analista programmatore, programmatore e tester software). Un altro argomento di lavoro riguarda invece gli aspetti hardware, di rete o di apparati e sistemi di telecomunicazione. Come per qualsiasi consulenza, un addetto in genere si adopera e specializza solo per un ramo dell’informatica aziendale e questo dipende molto anche dall’azienda a cui egli offre il suo servizio appunto di consulenza.

Maggiori società di consulenza informatica al mondo sono sicuramente:

  • Accenture
  • Capgemini
  • Deloite
  • KPMG
  • IBM Global Technology Services
  • Alten
  • Altran
  • e ancora tante altre…

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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