Cosa sono e come funzionano le analisi forense e la catena di custodia

Cosa sono e come funzionano le analisi forense e la catena di custodia

Le analisi forense e la catena di custodia

Nel mondo forense, quando un oggetto fisico o un dato digitale assume il ruolo di reperto, acquisisce un valore che trascende la sua natura originaria. Esso diventa portatore di una storia tecnico-legale, una narrazione che ne documenta il percorso dagli scenari del crimine fino all’analisi in laboratorio e all’utilizzo in un contesto processuale.

In Italia, il termine “catena di custodia” non è ampiamente utilizzato nel gergo forense, preferendo l’espressione “catena di prova“. Tuttavia, il concetto rimane lo stesso: si tratta di una documentazione dettagliata e ininterrotta che traccia il percorso di un reperto, garantendone l’integrità e l’autenticità.

La catena di prova nasce dal sopralluogo e dal sequestro dei reperti sulla scena del crimine. In questa fase cruciale, vengono verbalizzate tutte le attività svolte, incluse le descrizioni dettagliate dei reperti rinvenuti. Questi verbali rappresentano i primi elementi fondamentali della catena di prova.

Successivamente, i reperti possono essere inviati a un centro scientifico per le analisi forensi. Durante il trasporto e la custodia, la catena di prova deve essere preservata con la massima attenzione. Ogni passaggio, ogni cambio di mano, deve essere accuratamente documentato per garantire che i reperti non vengano compromessi o alterati.

Presso il laboratorio, i reperti vengono sottoposti a un’analisi rigorosa e sistematica. I risultati di queste analisi, definiti referti, si integrano nella catena di prova, fornendo dettagli preziosi su ciò che è stato scoperto e su come le conclusioni sono state raggiunte.

Un esempio emblematico è il caso di un PC sequestrato come corpo del reato. Il verbale di sequestro descrive dettagliatamente il computer, includendo la sua configurazione esterna. Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela un DVD all’interno del lettore ottico, non menzionato nel verbale. Questo DVD, sebbene non sia un corpo di reato in sé, diventa un reperto di interesse investigativo e deve essere sottoposto ad analisi per il suo potenziale valore probatorio.

La catena di prova è un elemento essenziale per garantire la validità giuridica delle prove digitali. Essa permette di dimostrare che i reperti non sono stati manomessi o alterati in alcun modo, assicurando l’affidabilità dei risultati delle analisi forensi e la loro ammissibilità in un processo penale.

In un sistema giudiziario giusto ed equo, la catena di prova rappresenta un baluardo a tutela della verità e della ricerca della giustizia. Essa garantisce che le prove digitali presentate in tribunale siano genuine e inalterate, consentendo al giudice di basare le sue decisioni su fatti concreti e incontrovertibili.

L’accurata gestione della catena di prova è una responsabilità condivisa da tutti gli attori coinvolti nelle indagini e nei processi penali, dalle forze dell’ordine agli esperti forensi e ai magistrati. Solo attraverso una collaborazione impeccabile e una scrupolosa attenzione ai dettagli è possibile garantire che la catena di prova rimanga solida e inossidabile, assicurando che la giustizia prevalga anche nell’era digitale.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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