Le architetture dei Sistemi Informativi Distribuiti

Le architetture dei Sistemi Informativi Distribuiti

In questo articolo parleremo delle architetture dei sistemi informativi di tipo distribuito: questi sono i sistemi informativi che oggi vengono realizzati nella maggior parte dei casi, ma per capirne appieno le potenzialità, le funzionalità e l’architettura, conviene prima fare un passo indietro ed esaminare quelli che erano i sistemi informativi di tipo centralizzato che regnavano sovrani fino a circa dieci anni fa e che ancora oggi in molti casi esistono e vengono utilizzati.

Architettura centralizzata

In un’architettura centralizzata ritroviamo dei calcolatori e delle unità di memoria che sono tipicamente concentrati in un’unica stanza, normalmente denominata CED (Centro Elaborazione Dati) oppure SED (Servizio Elaborazione Dati); quindi in un sistema centralizzato tutta la potenza di calcolo e tutta la potenza di memoria sono memorizzate fisicamente in un unico luogo, chiuso, accessibile soltanto agli operatori. Gli utenti possono interagire con il sistema solo ed esclusivamente attraverso i terminali, questi ultimi sono a tutti gli effetti delle postazioni di lavoro fisse e, per così dire, stupide, nel senso che permettono solo ed esclusivamente di fare delle operazioni di input-output, dato che un classico terminale non è dotato altro che di una tastiera ed un video che permettono di fornire dati al sistema di elaborazione collocato all’interno del CED e di prendere le risposte e visualizzarle sul video della postazione di lavoro.

Un terminale quindi non possiede né una sua CPU né una sua capacità autonoma di memorizzare dei dati. I terminali vengono normalmente collegati ai sistemi di elaborazione tramite delle linee dedicate, nel senso di linee seriali, cavi coassiali, che corrono dalla postazione di lavoro dell’utente fino al tipico scantinato, in cui erano posizionati i grossi sistemi di calcolo. Nel caso che la distanza fra il terminale e il nodo di elaborazione sia eccessiva, tipicamente i terminali non venivano collegati direttamente al nodo di elaborazione, ma, come mostrato qui in figura, venivano collegati prima ad un concentratore, cioè un’apparecchiatura di telecomunicazione che si faceva carico di concentrare più linee e di convogliare il flusso di input-output su un’unica linea dedicata, ad esempio un collegamento via modem fra una sede remota e il nodo di elaborazione. Notate quindi che queste postazioni sono stupide e fisse e notate altrettanto bene che non è la stessa cosa dire che al posto di un vero e proprio terminale si usa un personal computer in modalità emulazione di terminale, perché il personal computer è invece dotato di una sua autonoma capacità di elaborazione e di una sua autonoma capacità di memorizzazione dei dati. L’avvento dei personal computer e delle reti sono i due elementi base che hanno portato alla morte dei vecchi sistemi informativi centralizzati e alla nascita e all’avvento dei sistemi informativi di tipo distribuito.

Le architetture dei Sistemi Informativi Distribuiti - Architettura Centralizzata
Le architetture dei Sistemi Informativi Distribuiti – Architettura Centralizzata

Architetture distribuite

Un sistema informativo di tipo distribuito può essere rappresentato secondo lo schema che vedete qui indicato: le postazioni di lavoro sono diventate dei nodi autonomi di elaborazione: sono i personal computer, sia di tipo fisso, cioè quelli che troviamo sulle scrivanie dei nostri tavoli di lavoro, ma anche di tipo mobile, cioè quelli usati dalle persone che per vari motivi devono viaggiare molto e quindi hanno necessità di portarsi appresso la propria capacità di elaborazione. Quindi, pur continuando ad esistere dei server, che sono attaccati alla rete locale o alla rete geografica, non è più vero che i server sono gli unici depositari della potenza di calcolo e della capacità di memorizzazione. È ancora vero che c’è della capacità di memorizzazione, ma questa è tipicamente distribuita. In sostanza, il grosso cambiamento sta nel fatto che sia la capacità di elaborazione che la capacità di memoria non sono più concentrate in un unico luogo, ma distribuite; inoltre possono essere mobili e possono essere distribuite tra i responsabili del servizio, cioè quelli che gestiscono il successore del CED, il server di elaborazione, ma distribuite in parte anche tra gli utenti stessi che possono autonomamente svolgere delle operazioni e memorizzare dei dati. Cerchiamo quindi di capire quali sono gli elementi base da un punto di vista software che caratterizzano un’architettura di tipo distribuito.

Le architetture dei Sistemi Informativi Distribuiti - Architettura Distribuita
Le architetture dei Sistemi Informativi Distribuiti – Architettura Distribuita

 

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *