Differenza tra audit interno, controllo interno e audit esterno in azienda

Differenza tra audit interno, controllo interno e audit esterno in azienda

I tre tipi di controllo delle aziende

Audit interno

L’audit interno è un’attività indipendente e obiettiva che fornisce garanzie a un’organizzazione sul grado di controllo delle sue operazioni, consiglia i potenziali miglioramenti e contribuisce alla creazione di valore aggiunto. L’audit interno è un meccanismo interno all’azienda, attuato su richiesta della direzione dell’entità stessa. Generalmente, la squadra di audit interno è collegata alla direzione generale.

Le perturbazioni economiche e gli scandali finanziari hanno cambiato il campo di applicazione delle attività del revisore interno. In effetti, i dipartimenti di audit hanno ampliato il loro campo d’azione e stanno guardando più da vicino i problemi di controllo interno e di frode. Oggi, le missioni vanno oltre il semplice controllo interno finanziario e si estendono alla gestione dei rischi operativi, compresi quelli legati ai sistemi informativi, che sono diventati più complessi negli ultimi anni, ma anche i rischi legati alle questioni di governance. Gli audit informatici permettono di studiare l’affidabilità dei software di gestione e verificare la conformità delle impostazioni per garantire l’adeguatezza degli strumenti, l’interpretazione dei dati e l’efficacia delle procedure di backup e protezione dei dati.

Per raggiungere i suoi obiettivi, il revisore interno deve avere una visione globale dell’azienda e di tutte le sue attività. Al fine di raccogliere tutte le informazioni di cui ha bisogno, il revisore utilizza diversi strumenti di analisi, organizza delle interviste o riunioni con le squadre interessate, programma dei periodi di osservazione delle operazioni, realizza dei test, ecc.

In breve, la sua missione consiste più specificamente nel garantire:

  • la conformità delle attività dell’azienda alle leggi e ai regolamenti;
  • il rispetto degli obiettivi determinati dalla direzione dell’azienda;
  • il buon funzionamento dei processi interni dell’azienda, in particolare quelli destinati a salvaguardare i suoi beni;
  • l’affidabilità delle informazioni finanziarie (reporting) che salgono fino ai vertici dell’azienda.

Differenza tra audit interno, controllo interno e audit esterno in azienda

Controllo interno

Il controllo interno è un processo progettato dal consiglio di amministrazione, dalla direzione e dai dipendenti di un’organizzazione per fornire una ragionevole garanzia riguardo al raggiungimento degli obiettivi operativi, di reporting e di conformità. Il controllo interno mira anche a garantire che le procedure interne, le leggi e i regolamenti siano ben seguiti.

Il controllo interno, analogamente all’audit interno, è un meccanismo interno all’azienda che può presentarsi in due modi: sia come un servizio a sé stante che controlla i processi di tutte le attività dell’azienda sia il manager di ogni funzione aziendale può sistemare dei controlli del lavoro della sua squadra. In questo secondo caso, il controllo interno non è, quindi, né un’attività separata né un dipartimento specifico all’interno dell’organizzazione.

L’organizzazione del controllo interno è decisa secondo la dimensione dell’azienda. Nelle piccole o medie aziende, è più semplice e costa molto meno che ogni funzione effettua degli autocontrolli dei suoi lavori e processi. Nelle grandi aziende, come Generali, come i rischi e i budget destinato al controllo sono più importanti, esistono dei servizi propri di controllo interno oltre l’audit interno.

Il revisore interno agisce come la seconda linea di difesa, dopo i controlli effettuati dal personale operativo, effettuando dei controlli sul lavoro degli operativi. Il revisore interno agisce quindi come un “business partner” aiutando a raggiungere gli obiettivi operativi attraverso il controllo dei processi. L’audit interno agisce come la terza linea di difesa basandosi sul lavoro del controllo interno per effettuare i suoi controlli e produrre i suoi rapporti di conformità e di miglioramento dei processi.

Audit esterno

Ogni organizzazione è tenuta a fare un rapporto annuale dettagliato sulle sue risorse e attività. Per fare questo, l’azienda deve stabilire dei processi contabili e dei sistemi di controllo che riflettano la natura e i risultati delle sue operazioni. Inoltre, la direzione di un’azienda ha l’obbligo di fornire le informazioni finanziarie alle varie parti interessate, compresi i membri del consiglio di amministrazione e gli investitori esterni (azionisti, finanziatori). Queste informazioni sono trasmesse sotto forma di un rapporto scritto dal revisore esterno dopo la revisione annuale dei conti.

L’audit esterno è un meccanismo a posteriori eseguito da una parte esterna all’azienda. Prima la revisione dei conti, l’impresa o il contabile deve fornire i libri contabili, il sistema finanziario, il bilancio e tutti gli altri documenti necessari alla realizzazione della missione di revisione. Basandosi sulla lettura di tutti i documenti e indicatori aziendali, il revisore esterno fa un’analisi e dei controlli al fine di stabilire una “fotografia” oggettiva dell’azienda. Il revisore analizza anche l’evoluzione dell’attività dell’organizzazione su un periodo di tre anni in generale per controllare la redditività e l’evoluzione economica dell’azienda nel tempo.

Esistono quattro situazioni diversi in cui le aziende prendono un auditor esterno:

  • Ci sono delle aziende, come quelle del CAC 40, in cui l’audit esterno deve essere fatto ogni anno per controllare i conti.
  • Se un’azienda vuole raccogliere dei fondi da investitori o chiedere un prestito importante a una o più banche deve realizzare un audit esterno perché permette portare credito a investitori, banchieri o partner.
  • Per vendere un’azienda più velocemente e meglio, è anche preferibile realizzare un audit esterno prima per dare tutte le chiavi all’acquirente. Alla fine dell’audit, il consulente può procedere a una valutazione equa del prezzo di vendita dell’azienda e può individuare i punti deboli da correggere per aumentare il valore dell’azienda.
  • Infine, un audit può essere effettuato con l’obiettivo di migliorare le prestazioni finanziare dell’azienda. Durante l’audit finanziario o operativo, il revisore può rilevare, nella sua analisi, dei punti deboli e sviluppare delle raccomandazioni per correggerle.

Per quanto riguarda l’obbligazione delle aziende a nominare un revisore dei conti, le normative sono diverse da un paese all’altro. Tutte le società per azioni devono avere un revisore esterno. Poi, per tutte gli altri tipi di impresa, esistono tre soglie critiche fissate da legislazioni nazionali o internazionali. Se almeno due dei tre soglie sono superate, l’azienda deve nominare un revisore. In Europa, la legislazione ha definito le soglie seguenti: avere più di quattro milioni di euro per l’attivo, più di otto milioni di euro per i ricavi e più di 50 dipendenti.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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