Come gestire una pluralità di conoscenze con la Open Innovation in azienda

Come gestire una pluralità di conoscenze con la Open Innovation in azienda

Open Innovation: come gestire una pluralità di conoscenze

L’open innovation (OI) è un tema che continua sempre più a diffondersi e per ricercare certa innovazione è necessaria una collaborazione che spazia da diversi settori coinvolgendo istituti sia pubblici che privati che visioni differenti.

Sono molti gli studiosi che sono a favore dell’innovazione aperta, tuttavia la gestione della stessa può risultare difficile. Se da un lato mettere insieme diverse conoscenze e idee porta a ottenere importanti obiettivi in minor tempo e con l’impiego di costi inferiori, dall’altro lato riuscire a convergere diversi attori verso un unico obiettivo possono risultare più complessi soprattutto quando i pareri sono discordanti.

Questo articolo sull’open innovation è volto ad indagare come può essere gestita tutta questa conoscenza al fine di perseguire dei vantaggi dalla collaborazione.

Per gestire l’innovazione aperta tra più attori bisogna anzitutto identificare qual è il processo di innovazione che deve essere seguito. Infatti l’innovazione nasce da un percorso che segue delle fasi specifiche: si parte dall’elaborazione di un’idea iniziale dopodiché si passa all’elaborazione e produzione del prodotto/processo e infine vi è la fase di lancio dello stesso sul mercato. Questo processo deve essere il più dinamico possibile e ogni fase richiede una serie di input da parte dei soggetti che sono coinvolti.

I soggetti coinvolti in questa sorta di rete collaborativa devono unire le loro idee e conoscenze con lo scopo di giungere a degli obiettivi specifici grazie all’operato di tutti.

La rete inoltre può essere più o meno complessa in base a quanti sono gli attori coinvolti e in base a che tipo di innovazione si sta cercando: se si tratta di un’innovazione incrementale il processo di open innovation sarà più gestibile perché si tratterà di apportare delle modifiche a prodotti o processi già esistenti; mentre se si tratta di innovazioni radicali queste possono comportare la creazione di nuovi mercati, nuovi approcci e una nuova gestione della rete che diventa più complessa rispetto al primo caso perché l’incertezza degli obiettivi e dei risultati è ancora più alta.

L’impresa che ha avviato un processo di innovazione in ottica aperta deve riuscire a coinvolgere il più possibile soggetti che possono essere clienti, fornitori, distributori o competitors e coordinare ogni attività.

Molti studi suggeriscono che i rapporti all’interno della rete devono basarsi su una precisa “orchestrazione” dei processi e delle attività da seguire, inoltre chi ha un ruolo di leader dovrà impostare delle regole, definire i ruoli di ognuno e creare dei rapporti di fiducia e collaborazione.

Ad esempio se vengono coinvolti dei clienti questi avranno il compito di indicare eventuali suggerimenti o difetti su certi prodotti in modo tale che l’impresa possa effettivamente creare un’innovazione che risponda alle esigenze dei consumatori. O ad esempio se si vuole coinvolgere i distributori nel processo di innovazione il loro compito potrebbe essere quello di suggerire nuove tecniche di vendita volte a presentare al meglio l’innovazione al consumatore finale etc.

Quindi ogni attore avrà un compito specifico su cui dovrà concentrarsi, questo onde evitare sovrapposizionamenti di pensieri e opinioni che potrebbero portare ad insorgere delle difficoltà di gestione della rete.

Come gestire una pluralità di conoscenze con la Open Innovation in azienda

processo di creazione di un’innovazione

Nel processo di creazione di un’innovazione in un’ottica di apertura con l’esterno bisogna eseguire delle precise attività, queste sono:

  • Resourcing: in questa fase gli attori devono raccogliere le risorse necessarie all’innovazione.
  • Definizione degli obiettivi: questa è un’attività di base e che dovrà sempre essere presente lungo tutto il processo innovativo e condiviso dagli attori presenti nella rete,
  • Motivazione: in questo caso soprattutto da parte del soggetto leader ci deve essere motivazione e coinvolgimento dei vari soggetti.
  • Consolidazione: creare un clima di supporto reciproco e di fiducia.
  • Controllo: è necessario che gli attori e le varie attività vengano continuamente monitorate onde evitare sbagli e perdite di tempo che possono portare fuori strada i soggetti.
  • Coordinamento: creare quindi armonia all’interno del gruppo e suddividere i compiti in modo che ogni attività sia coperta e ci siano dei soggetti che abbiamo delle giuste conoscenze.

L’attività di open innovation deve pertanto avvenire attraverso l’integrazione del processo di innovazione con la rete e le diverse attività che devono essere svolte.

Tanti attori quindi possono apportare sempre più conoscenze all’intero del processo di innovazione e per ottenere dei benefici bisogna tenere sempre a mente quali sono gli obiettivi, il compito di ciascun attore e le fasi di creazione di un’innovazione.

Questa suddivisione dei ruoli e gestione dei processi è fondamentale perché di per sé creare un’innovazione non è un processo semplice e potrebbe richiedere molto tempo, inoltre i risultati non sono certi quindi si opera sempre sotto un certo grado di incertezza che potrebbe portare a demotivazione se non si raggiungono gli obiettivi prestabiliti.

In ogni caso, l’open innovation è un processo complesso ma talvolta necessario soprattutto in campi come ad esempio l’ambiente o la salute dove si ricercano nuove invenzioni ogni giorno e queste richiedono lo sviluppo di progetti attraverso l’integrazione di molti esperti in grado di unire le loro forze verso un unico obiettivo.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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