Cosa sono e differenza tra risorse, competenze e strategia in azienda

Cosa sono e differenza tra risorse, competenze e strategia in azienda

Le risorse di un’impresa o di un’azienda possono essere definite come “tutto ciò che per l’organizzazione che la detiene e la utilizza può essere considerato un punto di forza o di debolezza”

Dai contributi di Schumpeter, Penrose, Selznick, Prahalad e Hamel deriva il cosiddetto approccio interpretativo Resource Based, il quale considera le risorse come elemento fondamentale per l’evoluzione dell’impresa e l’impresa come una configurazione di risorse eterogenee.

Il conseguimento di rendite superiori rispetto ai competitori deriva da risorse superiori e/o da una maggiore efficienza nella combinazione delle risorse.

Le risorse sono generalmente distinte in tangibili e intangibili:

Le risorse tangibili, si suddividono a loro volta in materiali/fisiche e finanziarie, sono quelle più semplici da valutare e spesso sono le uniche che figurano in bilancio e sono facilmente riproducibili e quindi poco utili al vantaggio competitivo. Mentre le seconde sono più difficilmente quantificabili e necessitano perciò di indicatori qualitativi piuttosto che quantitativi/finanziari per essere monitorate nel tempo. Bisogna fare attenzione al termine “intangibile” perché non si riferisce all’immaterialità della risorsa quanto alla sua difficile quantificabilità in termini finanziari. Questa precisazione è utile a far rientrare le risorse umane in questa categoria, infatti il valore di queste non si misura con i costi direttamente imputabili ad esse per il loro lavoro, ma piuttosto è dato dall’insieme di competenze di cui sono portatrici.

“In linea generale, le risorse di tipo intangibile hanno la funzione di aumentare il valore prodotto dai processi operativi attuati dall’impresa, rendendo più efficiente e/o più efficace l’utilizzazione delle risorse tangibili”.

L’attuale sistema economico, in virtù delle recenti ristrutturazioni sostanziali e normative e ai guadagni in efficienza conseguiti in alcuni settori chiave (telecomunicazioni, finanza, mercato dei capitali, utilities in generale), ha reso possibile e ha incentivato l’emersione del valore degli intangibili, a discapito degli asset tradizionali.

Queste risorse alimentano la crescita dell’economia attraverso nuove possibilità di consolidamento di extraprofitti e di raggiungimento di posizioni competitive dominanti, che oggi sono difficilmente raggiungibili attuando il semplice razionale ed efficiente impiego dei fattori produttivi tradizionali (investimenti in beni materiali e finanziari).

“Gli assetti produttivi tradizionali sono storicamente caratterizzati da un alto grado di attività fisiche finalizzate allo sfruttamento delle classiche economie di scala; nel modello economico industriale e post-industriale di matrice tradizionale ha prevalso l’enfasi sull’efficace sfruttamento di queste economie che hanno permesso alle aziende migliori il raggiungimento di posizioni dominanti che hanno garantito profitti sopra la media. Con l’esaurirsi di queste economie di scala tipicamente legate all’assetto produttivo, (ad alta intensità di attività fisiche, materiali), si è verificata l’impossibilità di un ulteriore sfruttamento dei fattori di produzione tradizionali capace di garantire nuovi e addizionali extraprofitti, e di contribuire alla crescita futura. La risposta razionale e concreta del sistema economico moderno a questa “commoditisation” dell’attività produttiva e manifatturiera, si è sostanziata nell’abbandono della verticalizzazione interna mediante politiche di outsourcing di quelle attività a basso valore aggiunto, e nella spinta verso l’innovazione, intesa quale elemento chiave di un sentiero di crescita competitiva sostenibile. Questa caratteristica ha favorito l’ascesa delle risorse immateriali rispetto alla classica importanza detenuta dalle attività dotate di fisicità”.

Cosa sono e differenza tra risorse, competenze e strategia in azienda

L’insieme delle risorse intangibili viene definito come Capitale Intellettuale, che a sua volta può essere suddiviso in 3 categorie:

  1. Capitale umano (competenze detenute dalle persone,intese come conoscenza implicita o tacita, le loro relazioni, valori di cui sono portatrici).
  2. Capitale strutturale ( la conoscenza trattenuta dall’ azienda, che cioè è stata codificata, marchi e brevetti, insieme di clienti su cui l’impresa può contare e capitale organizzativo, il quale è composto dalla capacità innovativa dell’impresa, dalla qualità dei suoi processi operativi e dal suo sistema di valori culturali ed etici).
  3. Capitale relazionale/sociale (conoscenza accumulata dall’istituto per effetto delle relazioni con soggetti esterni; comprende i rapporti con la clientela innanzitutto, e con gli altri stakeholder, l’immagine, la reputazione e i valori etici riconosciuti all’esterno).

L’accresciuta competizione mondiale ha innalzato la domanda per l’innovazione di processo e per aumento della qualità, che possono essere ottenuti soltanto grazie a personale dipendente ricco di talento; pertanto la ricerca di maggiore innovazione aumenta l’importanza del capitale umano. Da queste riflessioni si evince che va ricercata una nuova risorsa che consenta all’impresa di raggiungere un vantaggio competitivo mediante lo sviluppo di competenze intorno a essa. Attraverso il coordinamento e l’integrazione delle risorse l’impresa matura proprie competenze.

Già dal 1957 Selznick usava l’espressione competenza distintiva per indicare le attività che un’ organizzazione è in grado di mettere in atto in modo migliore rispetto ai concorrenti.

Se, infatti, il vantaggio competitivo è essenzialmente il prodotto della disponibilità dell’impresa di competenze distintive e del modo in cui queste sono sfruttate nella realizzazione delle varie attività, appare piuttosto naturale che la strategia aziendale debba essere focalizzata su tali competenze distintive e sulle risorse da cui derivano.

Risorse e competenze distintive si possono considerare sia come il punto di partenza per la formulazione della strategia che il punto di arrivo e quindi la conseguenza di strategie precedenti. In quanto per formulare una strategia è chiaramente necessario partire dalle proprie risorse e competenze, ma nel formulare una strategia bisogna tener conto anche del ritorno che si vuole ottenere su queste, ovvero quali nuove risorse e competenze vogliamo ottenere e come.

Pubblicato da Vito Lavecchia

Lavecchia Vito Ingegnere Informatico (Politecnico di Bari) Email: [email protected] Sito Web: https://vitolavecchia.altervista.org

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